Non girarti dall'altra parte

Ciao sono Mohamed Malih, presidente dell'associazione Stracomunitari.

La nostra è una piccola realtà. Nel 2016, quando abbiamo cominciato a distribuire alimenti per i più bisognosi, erano poche famiglie a rivolgersi a noi per chiedere supporto. E in un modo o nell'altro riuscivamo a far fronte alle richieste.

Poi due anni fa la pandemia e ora l'emergenza profughi.

Ora la mattina alle 8 quando arrivo all'associazione, trovo già qualche mamma o papà a fare la fila. Vengono presto per assicurarsi i primi numeri e non dovere aspettare tanto per quando apriamo alle 10.

Quando vedo questa gente ad aspettare sento tutto il peso della responsabilità.

Vedo le buste e i loro carrelli per la spesa vuoti, e chi li porta speranzoso di tornare con qualcosa con cui sfamare la propria famiglia.

Ultimamente a far la fila sono molte giovani e signore ucraine. Non di rado con bimbi al seguito. Ancora non riescono a esprimersi in italiano. Si sopperisce con sorrisi, gesti e un po' d'inglese. Ma gli sguardi sono eloquenti. E anche questa volta la richiesta sottaciuta, al di là del momentaneo stato di bisogno, parla di rispetto e dignità.

Sostenere tali sguardi vuol dire riconoscere noi stessi, con le nostre fragilità, paure e speranze.

Noi non ci giriamo dall'altra parte. 

 

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