Ricomincio da noi Tre.

Story

Non avrei mai pensato di iscrivermi a questo canale ma ho la necessità di un pò di serenità prima di rimettermi alla ricerca di un'occupazione che mi permetta di occuparmi delle mie bambine, di riiniziare la mia vita anche se col cuore spezzato, di ritrovare il mio ed il nostro equilibrio. Mi chiamo Simona ho 32 anni e sono nata in Sardegna in un paese che profuma di zagare. Alla ricerca di lavoro, amore, fortuna e tutto quello che può entrare nella valigia di una ragazza di 26 anni sono partita per raggiungere il paese più lontano da casa mia. Livigno. Di cui non sapevo neanche l'esistenza. Qua ho scoperto il mio posto nel mondo, come ho tanto sognato e tanto letto nei libri di Fabio Volo.. Livigno mi ha donato tanto, tra le sue montagne bianche in inverno e verdi in estate. Tra la sua gente che ti avvolge in un abbraccio e non ti lascia più. Ma la cosa più bella che mi ha donato è l'Amore. Ed è qua che devo soffermare la mia storia. L'amore per un livignasco conosciuto dall'altra parte del bancone di un bar. Un uomo goloso di cappuccini e di gelati. Un uomo di mondo nel vero senso della parola. Davide. La nostra storia è un racconto molto breve ma concreto. Fatto di decisioni, cuori spezzati oltre oceano, sorprese, trasferimenti, perdite familiari, case da ristrutturare, progetti e famiglia da costruire. Silenziosa e vibrava di felicità nell'essersi trovati e conosciuti e ci ha portato a voler creare una famiglia che è arrivata nel giro di pochi anni. Io e Davide abbiamo avuto due bellissime bambine: Rachele e Letizia La prima ha ricevuto tutto l'amore che riceve sempre la primogenita da due genitori che la sera si guardano e si sorridono sapendo che ce la possono fare e sognando tempi e riposi migliori. Due genitori che fantasticano di avere un secondo bambino. Letizia arriva due anni dopo, ad agosto 2024. Il 13 marzo 2024 Davide si trova a Campo Imperatore per lavoro. Dovevamo andare anche io e Rachele assieme a lui per stare insieme.. per recuperare un po di tempo dato che il lavoro lo teneva spesso lontano da casa. Ma c'è un cambio di programma poiché il posto deve dovrà andare è in mezzo al nulla e Davide non vuole che affronti un viaggio così lungo con me incinta di 5 mesi e con Rachele di 17 mesi lasciate in un posto isolato da tutti mentre lui lavora. Sono arrabbiata perché io mi sento forte e indipendente e capace di stare in qualsiasi posto pur di stargli vicino. Ma non c'erano ragioni di portarci con lui. Non era il caso. Mi arriva una chiamata. Davide è stato poco bene e lo portano in elicottero sino a Teramo. Mantengo la calma ma penso al peggio perché la mi anima, qualche sensazione nel mio profondo, sentiva che qualcosa non andava. Ho così paura di perderlo che voglio andare da lui in ospedale anche se mi dicono che ha solo avuto una congestione. Lo amo così tanto che voglio portagli una valigetta con un cambio, lo amo così tanto che non voglio lasciarlo in ospedale da solo, lo amo così tanto che da Vipiteno mi sarei messa alla guida sparandomi 7 ore di macchina e avrei lasciato Rachele con la sua "zia Mamu". E la paura di perderlo era così tanta che mi ritrovo in camera a tremare e a dire" appena arrivo da te ti chiedo di sposarmi". Avevo paura perché sentivo qualcosa che non andava. E ciò che non andava era una fibrillazione ventricolare. E chi è del mestiere sa cosa vuol dire . Vuol dire che Davide mentre era nel suo gatto delle nevi a fare quello che più amava gli si è fermato il cuore. Vuol dire che Davide mentre stava scendendo da campo imperatore per finire il turno e mettersi alla guida per tornare da me e Rachele gli si è fermato il cuore. Tum tum tum. Sono i numeri dei battiti che lo hanno separato dalla vita alla morte . Tre battiti che lo hanno separato dal diritto di essere padre . Tre battiti che lo hanno separato da Rachele, da me , dai nostri progetti, dall'invecchiare assieme. Tre battiti silenziosi, inaspettati, imprevedibili o prevedibili, veloci o lenti, sofferti o delicati.. La sensazione di vuoto sotto i piedi è un esempio chiaro di cosa si prova. Quando senti le parole "devi farti forza..." è lì che inizi a cadere giù giù giù... tum tum tum.. non vedi più nessuno e dentro di te stai ancora cadendo e succede tutto in un attimo infinito e devi decidere se continuare a cadere e diventare come la prozia o la vicina vedova che è viva ma è come se fosse morta o devi ascoltare quella vocina che inizia a balbettare mamma. Ti lancia un amo a cui aggrapparti e lei neanche se ne rende conto di quanta forza e serenità ti dà. Con la morte di Davide gli aiuti sono stati tanti e mi hanno permesso di affrontare spese legali, lavori condominiali, passaggi, test, riconoscimenti, e tutto quello che mi serviva per mettere le carte in regola tutto per assicurare una base e una stabilità alle mie bambine. Tutto per loro . Ma ora ne ho bisogno per me.. per respirare ancora un pò prima di poter inserire Letizia al nido e poter cercare lavoro.. Per potermi permettere di stare vicino alla mia famiglia e quindi lasciare la nostra casa di Vipiteno e riinizia tutto dove ho passato la mia infanzia e dove sono cresciuta. Non voglio gravare sulle spalle della mia famiglia che seppur felici di averci in casa come in una storiella di natale di Tony Wolf anche loro e anche noi abbiamo bisogno dei nostri spazi ed equilibri. Lascio un link dove ho raccolto dei momenti nostri. https://www.instagram.com/simocotza?igsh=MWNpZzhlMG91bTR0Yw== Grazie

by Simona Cotza
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Non avrei mai pensato di iscrivermi a questo canale ma ho la necessità di un pò di serenità prima di rimettermi alla ricerca di un'occupazione che mi permetta di occuparmi delle mie bambine, di riiniziare la mia vita anche se col cuore spezzato, di ritrovare il mio ed il nostro equilibrio.

Mi chiamo Simona ho 32 anni e sono nata in Sardegna in un paese che profuma di zagare. Alla ricerca di lavoro, amore, fortuna e tutto quello che può entrare nella valigia di una ragazza di 26 anni sono partita per raggiungere il paese più lontano da casa mia. Livigno. Di cui non sapevo neanche l'esistenza.

Qua ho scoperto il mio posto nel mondo, come ho tanto sognato e tanto letto nei libri di Fabio Volo..

Livigno mi ha donato tanto, tra le sue montagne bianche in inverno e verdi in estate. Tra la sua gente che ti avvolge in un abbraccio e non ti lascia più. Ma la cosa più bella che mi ha donato è l'Amore. Ed è qua che devo soffermare la mia storia. L'amore per un livignasco conosciuto dall'altra parte del bancone di un bar. Un uomo goloso di cappuccini e di gelati. Un uomo di mondo nel vero senso della parola.
Davide.

La nostra storia è un racconto molto breve ma concreto. Fatto di decisioni, cuori spezzati oltre oceano, sorprese, trasferimenti, perdite familiari, case da ristrutturare, progetti e famiglia da costruire. Silenziosa e vibrava di felicità nell'essersi trovati e conosciuti e ci ha portato a voler creare una famiglia che è arrivata nel giro di pochi anni. Io e Davide abbiamo avuto due bellissime bambine: Rachele e Letizia
La prima ha ricevuto tutto l'amore che riceve sempre la primogenita da due genitori che la sera si guardano e si sorridono sapendo che ce la possono fare e sognando tempi e riposi migliori. Due genitori che fantasticano di avere un secondo bambino.

Letizia arriva due anni dopo, ad agosto 2024.

Il 13 marzo 2024 Davide si trova a Campo Imperatore per lavoro. Dovevamo andare anche io e Rachele assieme a lui per stare insieme.. per recuperare un po di tempo dato che il lavoro lo teneva spesso lontano da casa.

Ma c'è un cambio di programma poiché il posto deve dovrà andare è in mezzo al nulla e Davide non vuole che affronti un viaggio così lungo con me incinta di 5 mesi e con Rachele di 17 mesi lasciate in un posto isolato da tutti mentre lui lavora.

Sono arrabbiata perché io mi sento forte e indipendente e capace di stare in qualsiasi posto pur di stargli vicino. Ma non c'erano ragioni di portarci con lui. Non era il caso.
Mi arriva una chiamata. Davide è stato poco bene e lo portano in elicottero sino a Teramo. Mantengo la calma ma penso al peggio perché la mi anima, qualche sensazione nel mio profondo, sentiva che qualcosa non andava.

Ho così paura di perderlo che voglio andare da lui in ospedale anche se mi dicono che ha solo avuto una congestione. Lo amo così tanto che voglio portagli una valigetta con un cambio, lo amo così tanto che non voglio lasciarlo in ospedale da solo, lo amo così tanto che da Vipiteno mi sarei messa alla guida sparandomi 7 ore di macchina e avrei lasciato Rachele con la sua "zia Mamu". E la paura di perderlo era così tanta che mi ritrovo in camera a tremare e a dire" appena arrivo da te ti chiedo di sposarmi".

Avevo paura perché sentivo qualcosa che non andava. E ciò che non andava era una fibrillazione ventricolare. E chi è del mestiere sa cosa vuol dire . Vuol dire che Davide mentre era nel suo gatto delle nevi a fare quello che più amava gli si è fermato il cuore. Vuol dire che Davide mentre stava scendendo da campo imperatore per finire il turno e mettersi alla guida per tornare da me e Rachele gli si è fermato il cuore.

Tum tum tum.
Sono i numeri dei battiti che lo hanno separato dalla vita alla morte . Tre battiti che lo hanno separato dal diritto di essere padre . Tre battiti che lo hanno separato da Rachele, da me , dai nostri progetti, dall'invecchiare assieme. Tre battiti silenziosi, inaspettati, imprevedibili o prevedibili, veloci o lenti, sofferti o delicati..

La sensazione di vuoto sotto i piedi è un esempio chiaro di cosa si prova. Quando senti le parole "devi farti forza..." è lì che inizi a cadere giù giù giù... tum tum tum.. non vedi più nessuno e dentro di te stai ancora cadendo e succede tutto in un attimo infinito e devi decidere se continuare a cadere e diventare come la prozia o la vicina vedova che è viva ma è come se fosse morta o devi ascoltare quella vocina che inizia a balbettare mamma. Ti lancia un amo a cui aggrapparti e lei neanche se ne rende conto di quanta forza e serenità ti dà.

Con la morte di Davide gli aiuti sono stati tanti e mi hanno permesso di affrontare spese legali, lavori condominiali, passaggi, test, riconoscimenti, e tutto quello che mi serviva per mettere le carte in regola tutto per assicurare una base e una stabilità alle mie bambine. Tutto per loro . Ma ora ne ho bisogno per me.. per respirare ancora un pò prima di poter inserire Letizia al nido e poter cercare lavoro..
Per potermi permettere di stare vicino alla mia famiglia e quindi lasciare la nostra casa di Vipiteno e riinizia tutto dove ho passato la mia infanzia e dove sono cresciuta. Non voglio gravare sulle spalle della mia famiglia che seppur felici di averci in casa come in una storiella di natale di Tony Wolf anche loro e anche noi abbiamo bisogno dei nostri spazi ed equilibri.

Lascio un link dove ho raccolto dei momenti nostri.


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