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ti dicono DENUNCIA e poi ti abbandonano

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Mi chiamo Francesca  oggi ho ventiquattro anni. Sono cresciuta con mia mamma, e i miei fratelli a Torino  Mio padre e mia madre sono stati insieme fino ai miei tre anni e ho vaghi ricordi di quel periodo, immagini fugaci di una vita domestica dettata dalla violenza. Con il successivo compagno di mia madre, ci siamo trasferiti in un appartamento nuovo, qui le famiglie si aiutanovano vicendevolmente ei bambini crescevano seguiti da tanti adulti diversi.

Quando avevo solo cinque anni, è iniziato il mio incubo che è proseguito fino a quando ne avevo dieci: ho subito violenza fisica, psicologica e sessuale da parte di un vicino di casa, amico di famiglia di cui mia madre si fidava. Questa persona mi ricattava facendo leva sul mio senso di colpa: mi sentivo impotente, schiacciata e traumatizzata da quello che stavo subendo. Non avvisai mai nessuno di quello che stava accadendo.
Ricordo che mi fotografava, mi faceva vedere dei filmini porno e mi faceva fare delle videochiamate a sfondo sessuale con altre persone all'interno di chat erotiche. Sono stata privata della mia infanzia, della libertà e della gioia di vivere.

All'età di undici anni mia madre è venuta a conoscenza dei fatti e nel 2012 quando avevo quindici anni, l'ho denunciato: a causa della falsa testimonianza dell'allora compagno di mia madre (che dichiarò che noi bambini non frequentavamo così assiduamente la casa del mostro e soprattutto non per così tanti anni di fila) è stato condannato per il reato di abuso sessuale riconosciuto della durata un anno e non di cinque come è stata la realtà dei fatti. Di conseguenza la condanna è stata di soli cinque anni di carcere, di cui due e mezzo agli arresti domiciliari.
Il Tribunale di Torino stabilì che mi fosse immediatamente riconosciuto da lui stesso un risarcimento , come condanna provvisionale (un pagamento imposto all'imputato da risarcire entro 90 gg alla vittima): somma che, a oggi, non mi è stata ancora riconosciuto.

Nel 2018, mentre lui era ancora in carcere, sono andata a vivere da sola e ho iniziato a lavorare nella speranza di scrivere un nuovo capitolo della mia vita. Dopo poco ho cominciato a ricevere MINACCE DI MORTE tramite delle lettere che trovavo presso il mio domicilio, riferite a me e alla mia famiglia, con chiari nessi a questa vicenda. Il contenuto degli scritti si riferiva al fatto che ero osservato e che avevo sbagliato a parlare. Ero intimata a ritrattare le mie dichiarazioni dicendo che erano menzogne. È così che ho iniziato a pensare di non aver preso la decisione giustamente denunciata. Non mi sentivo né tutelata né soddisfatta dei risultati ottenuti, ma di nuovo spaventata e sconvolta.
Ho perso il lavoro perché la mia vita mi è crollata di nuovo addosso, avevo la sensazione di aver perso tutto.
Mi rivolsi alla polizia che mi disse di cambiare casa e di andare a vivere con qualche amica. È iniziato così il mio nuovo calvario: ero sempre in ospedale per attacchi di panico, insonnia e paura irrefrenabile di qualsiasi cosa. Per sopravvivere ho iniziato a lavorare in un bar 24h in cui dormivo  nel bagno del personale. Nuovamente non mi sono appoggiata alla mia famiglia perché sentivo di non poter dare loro un altro dispiacere.

La somma che chiedo sarà  utilizzata per pagare l'avvocato  e intraprendere  le spese legali civili.e anche tutte le cure mediche che ho abbandonato  perché non avevo la possibilità. Il 
Tribunale aveva riconosciuto come un mio dirittoTale RISARCIMENTO sarebbe utilizzata sia per pagare un avvocato e diritto intraprendere una causa civile, sia per sostenere le spese di cui ho ancora oggi bisogno e che non ho potuto permettermi. vorrei continuare ad andare da una psicologa, riuscire a superare ciò che ancora oggi mi tiene intrappolata.

Attualmente svolgo un lavoro umile di cui viviamo in due all'interno della mia famiglia.

Vi chiedo una mano, aiutatemi a raccogliere questa somma.
Sono stanca di sentirmi una vittima delle azioni di un mostro, voglio combattere e cerco giustizia che purtroppo non ho avuto dallo Stato Italiano. Vorrei finalmente iniziare la mia vita da giovane maggior parte della mia vita.
Non cerco fama e pubblicità, non voglio accrescere i “like” ei “follower” sul mio profilo ma solo chiudere questa vicenda, facendomi portavoce di tutte le donne che sono genere senza voce di fronte a questo di soprusi. Lo stupro e le violenze non si combattono con una semplice condanna ma tutelando la vittima, proteggendo chi ha il coraggio di denunciare. Spero che altre donne vittime di violenza come me, possano trovare la forza per ribellarsi ai loro abusatori, che non si accontentino di vivere nella paura ma che lottino per la loro libertà di donne libere e felici, sempre.
ANCORA OGGI SENTO LO SCONFORTO DI CIÒ CHE HO SUBITO, HA SEGNATO LA MIA VITA E QUELLA DEI MIEI CARI . CREDO CHE LA VIOLENZA PERPETRATA NEGLI ANNI SIA INVALIDANTE PER CHI SOPPRAVIVE.


Vi ringrazio di aver dedicato del tempo a me e alla mia storia e un profondo GRAZIE dal cuore a chi deciderà di partecipare con una donazione, basta anche solo una condivisione ♡♡♡♡  

Checca....
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