Raccolta per i danni dell'occupazione del Liceo Visconti

Come Collettivo del Liceo Visconti di Roma abbiamo occupato il nostro istituto, nella prima settimana di dicembre. per portare avanti una lotta seria e consapevole su temi da noi molto sentiti, come i tagli all’istruzione, il genocidio del popolo Palestinese, il DDL 1660, la riforma Valditara e la società patriarcale in cui siamo immersi.

Se sul piano della socialità e della formazione alternativa l’occupazione ha funzionato, non si può dire lo stesso sul piano della tutela dell’edificio scolastico: durante i giorni di occupazione abbiamo riqualificato alcuni spazi dell’edificio e riparato, nei nostri limiti, alcuni danni, ma le nostre carenze pratico-organizzative hanno influito negativamente sulla posizione di primaria importanza delle nostre rivendicazioni.

Di fatto tutta l’attenzione della comunità scolastica si è rivolta solo ed esclusivamente sui danni, sul come ripararli e sul come punire i responsabili.

Due dei nostri compagni sono stati ritenuti responsabili dell’occupazione e dei danni conseguenti e sono stati condannati al risarcimento dell’intera somma (7200 euro) sulla base di una foto postata su Instagram durante i giorni d’occupazione. Come Collettivo ci sentiamo tutte e tutti responsabili di ciò che è accaduto durante l’occupazione ed è quindi inconcepibile che in pochi paghino il conto disciplinare e patrimoniale per un atto di protesta collettiva. Detto ciò, non possiamo non aggiungere che il “punirne uno per educarne cento” è figlio di una logica di criminalizzazione del corpo studentesco e delle sue scelte politiche e di isolamento sociale imposta dal Ministero dell’Istruzione. Infatti, in caso di mancato risarcimento dell’intera cifra (secondo noi lontana dalla reale entità dei danni), gli studenti andrebbero incontro a un processo penale all’interno del quale lo stesso Ministro Valditara si costituirebbe parte civile.

Crediamo che la solidarietà sia uno strumento prezioso e potente nel supportare le riparazioni dell'edificio e la nostra causa, perciò chiediamo, a chi ne abbia la possibilità di un contributo solidale di qualsiasi entità.