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Psicologo di Base nel Lazio - una legge subito!

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È ora di introdurre anche nel Lazio, come già in Campania e a breve anche in Lombardia, lo Psicologo di base (“Psicologo delle Cure Primarie”) nelle ASL, che lavorerà in collaborazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali.
Abbiamo elaborato con i migliori esperti una Proposta di Legge Popolare che intendiamo presentare e far approvare al più presto alla Regione Lazio.
Per farlo abbiamo bisogno di finanziare una campagna per portare in superficie questa istanza già così sentita da tanti individui e associazioni e raccogliere almeno le 10mila firme richieste dalla legge.
Non si può continuare a ignorare il disagio psicologico crescente tra tutti noi, aggravato da fenomeni recenti come la pandemia, come la guerra mai così vicina all’Europa e come la crisi climatica che sta già mostrando i suoi drammatici effetti con danni agli individui e ai territori, e la prospettiva, se la politica mondiale non prenderà gli adeguati provvedimenti, di veri e propri sconvolgimenti sociali.
Il disagio psicologico non riguarda solo i giovani: si pensi alla malattia, alla cronicità della stessa, alla perdita del lavoro, al sovraccarico di lavoro per le donne nel periodo del lockdown, ai problemi di coppia, al fenomeno dei social e alla conseguente esposizione di tutti gli individui a una quantità di informazioni superiore alla loro capacità di elaborazione, con conseguenze sull'attenzione, sulla comprensione e sulla capacità di prendere delle decisioni.
Secondo il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, solo 2 persone su 10 che hanno sofferto di disagio psicologico hanno trovato supporto nel settore pubblico.
Durante l’ultimo Congresso nazionale della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri): "Ogni giorno nel nostro Paese una ragazza o un ragazzo, adolescente, ma anche pre-adolescente, tenta il suicidio". "Il numero di consulenze neuropsichiatriche richieste per stati depressivi o ansiosi è aumentato di 11 volte".
È inaccettabile che solo chi se lo può permettere abbia accesso a cure psicologiche. Così come è ora di intervenire sullo stimma sociale ancora radicatissimo per cui chi chiede aiuto mostra debolezza, e chi vuole andare dallo psicologo è “matto”.
Chiedere aiuto è segno di maturità e gli sportelli di sostegno nelle scuole e i bonus come elemosine non colpiscono il fenomeno alla radice.
Non possiamo più aspettare: vogliamo lo Psicologo di base nelle ASL di Roma e del Lazio.
(Almeno €4'000 sono necessari per attivare la raccolta di firme digitali sull’unica piattaforma esistente di firma digitale, oltre ad almeno €1'000 per far conoscere l'iniziativa sui social.)

Se vuoi saperne di più o leggere la proposta di legge completa, vai sul nostro sito: www.psicologodibaselazio.it
Puoi anche seguire tutte le ultime notizie sui nostri social (Instagram e Facebook).


Dalla relazione introduttiva della Proposta di Legge:
“LA SALUTE COME BENESSERE FISICO, MENTALE E SOCIALE - L’Art 32 della Costituzione tutela la salute dell’individuo nella sua accezione più totalizzante e, quindi, non solo come salute fisica, ma anche come salute psichica e mentale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un diritto di cui ogni Stato deve prendersi carico.
Del resto il Servizio sanitario nazionale (SSN), fin dalla sua istituzione, è stato orientato alla tutela e alla promozione della salute, piuttosto che esclusivamente alla diagnosi e alla cura: lo spostamento dell'asse dalla malattia alla salute e al « soggetto persona » ha determinato la necessità di un'attenzione costante e fondante anche alle componenti di ordine psicologico - sociali, relazionali e comportamentali - che influenzano lo stato di salute, così come la malattia e la molteplicità delle dimensioni correlate ai percorsi di cura.
È oggi necessario, alla luce dei mutamenti della stessa società, dei contesti culturali ed economici, della globalizzazione anche dei sistemi comunicativi e informativi, orientarsi in sanità verso programmi di promozione del benessere psichico e relazionale della comunità, ribaltando l'ottica di perseguire esclusivamente un modello centrato sulla malattia.

L’URGENZA DEL PROBLEMA ATTUALE E L’INADEGUATEZZA DELLE RISPOSTE - In Italia solo il 29% della popolazione affetta da depressione accede a un trattamento entro un anno dall'esordio della patologia. Un ragazzo su sette tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale: depressione, ansia e disturbi comportamentali. Nel primo anno di pandemia, un giovane su quattro ha presentato sintomi depressivi clinicamente significativi, e uno su cinque sintomi d'ansia. A causa della pandemia da Covid-19, nel 2020 è aumentato (+12%) il consumo di ansiolitici e la Regione Lazio non fa certo eccezione.
Il rischio di sviluppare sintomi psichiatrici è maggiore nelle famiglie a basso reddito, nell'età tardo-adolescenziale e tra le ragazze.
Tra le categorie più colpite vi è certamente quella dei giovani: non è un caso che, oltre a quelli Covid, i reparti più in sofferenza siano stati e siano quelli di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Solo nel nosocomio pediatrico romano Bambin Gesù, anche a causa del Covid-19 di questo periodo (con o senza lockdown) sono aumentati atti autolesionistici e suicidari che hanno indicato una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi che nei bambini: irritabilità, ansia, sonno disturbato. A fronte di 12 ricoveri nel 2011 per attività autolesionistica, nel 2020 se ne sono registrati oltre 300.
Per usare le parole del primario Stefano Vicari: “Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga”.
Le situazioni rese ancor più difficili dalla pandemia non riguardano però solo i giovani: si pensi alla malattia, alla cronicità della stessa, alla perdita del lavoro, al sovraccarico di lavoro per le donne nel periodo del lockdown, ai problemi di coppia, alle incertezze legate ai conflitti sempre più vicini alla nostra casa comune europea, al fenomeno dei social e alla conseguente esposizione di tutti gli individui a una quantità di informazioni superiore alla loro capacità di elaborazione, con conseguenze sull'attenzione, sulla comprensione e sulla capacità di prendere delle decisioni.

Al momento agli individui della nostra regione con disagio psicologico non viene offerta una risposta tempestiva gratuita: esiste solo una risposta di medicalizzazione da parte del pediatra o del medico di base, o una risposta tardiva nelle strutture di cure secondarie, ovvero la possibilità di rivolgersi agli psicologi professionisti iscritti all’Ordine, con evidente esclusione di tutti coloro che non si possono permettere di sostenerne il costo, mentre il nostro sistema universalistico ci impone di offrire un supporto in maniera gratuita.
La responsabilità ricade sull’individuo, aggravata dallo stimma sociale che ancora permane, espressione di una cultura, antiquata e tossica, ma ancora molto presente, per cui chiedere aiuto a uno psicologo sia segno di debolezza e di esagerazione.
Lo Psicologo nelle scuole è naturalmente meritorio ma è rivolto, quando presente, solo a una fascia della popolazione e spesso rimane non utilizzato per lo stimma sociale di cui sopra.
Anche iniziative come il cd “Bonus Psicologo” sono importanti ma ad un’analisi comprensiva non possono rappresentare la soluzione e sono solo un palliativo: sono temporanei, coprono solo una fascia limitata della popolazione e soprattutto, per poter essere fruiti, richiedono all’individuo uno sforzo in termini di adempimenti amministrativi e burocratici che non è proprio coerente con la condizione, temporanea o permanente, di difficoltà e disagio psicologico.

I COSTI - L'esclusiva medicalizzazione o la non risposta a problemi a forte componente psicologica produce un incremento dei costi sanitari e sociali, come acclarato da molti studi.
Viceversa, una risposta pertinente, integrata e tempestiva risulta fortemente virtuosa dal punto di vista economico ed in grado di produrre risparmi effettivi, aumentando la sostenibilità del sistema.
Esempio eclatante è il progetto «Improving Access to Psychological Therapies (IAPT) » attivato dal Governo inglese che ha coinvolto 6.000 psicoterapeuti per terapie brevi (Clark, 2011) su circa 600.000 persone, con un risparmio di 272 milioni di sterline per il sistema sanitario pubblico (http://www.iapt.nhs.uk/about-iapt/).

STATUS NORMATIVO - Le cure psicologiche sono state inserite nel 2017 nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ma non sono incluse nelle Cure Primarie, cioè quelle che vanno necessariamente garantite su tutto il territorio nazionale.
La Campania è stata la prima regione italiana a istituire questa figura con la legge 3 Agosto 2020, n.35 che affida il servizio di psicologia di base a uno psicologo in rapporto convenzionale con il Servizio sanitario regionale.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale (n.241 del dicembre 2021), da ora in poi qualsiasi regione potrà decidere di istituire un servizio di Psicologia delle cure primarie nelle proprie aziende sanitarie da affiancare a quello di Medicina Generale.

LA PROPOSTA DI LEGGE
Per i motivi sovraesposti è importante prevedere, come già in altre Regioni italiane, la figura dello Psicologo delle cure Primarie, realizzato da ciascuna ASL.
Andare dallo Psicologo di base sarà come andare dal medico per farsi visitare per una qualsiasi problematica di salute.

Lo Psicologo delle cure primarie sarà un professionista regolarmente iscritto all’Ordine, non potrà essere già un dipendente a tempo indeterminato del SSR o SSN, sarà inserito a tempo pieno nei distretti territoriali e all’interno di tutte le Case della Comunità per l'attività di assistenza psicologica primaria.
Lavorerà in collaborazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali.

In particolare, questa proposta di legge prevede che lo Psicologo di base si occupi di erogare interventi di primo livello, di prevenzione, diagnosi ed intervento precoce, consulenza, valutazione e sostegno psicologico, offrendo così supporto psicologico tempestivo, diffuso e gratuito oltre ad attività di screening del tipo di bisogno, del livello di urgenza e gravità dell’utenza.
Nel concreto, tra l’altro, opererà anche per coadiuvare le vittime in caso di violenza domestica, stalking, revenge porn; sosterrà le famiglie nei momenti di crisi; sarà un sostegno per la persona nei momenti di depressione di depressione, ansia, stress, crisi di panico; aiuterà i bambini nella fase di crescita e/o qualora vittime di bullismo o cyberbullismo; opererà nella valutazione dell’eventuale spettro autistico; opererà una prima valutazione nel caso di possibile sintomatologia psichiatrica.
Il servizio dello Psicologo di Base:
• assicura la tutela del benessere psicologico dei cittadini, che è parte integrante del concetto di Salute secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità;
• previene l’accesso inadeguato dei cittadini ai servizi di salute mentale, intercettando precocemente le fragilità e fornendo un servizio psicologico di base;
• contribuisce all’abolizione dello stimma sociale, rendendo “normale” richiedere ed ottenere quando necessario l’accesso al supporto psicologico;
• porta a una riduzione dei costi per il SSN; per i farmaci in particolare la riduzione è stimata intorno al 30%.”
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