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In memoria di Marco Petroni

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(Vedi aggiornamenti del 22.10.2024 sotto)

Marco Petroni, fratello mio e di Cinzia, padre dei gemelli Mirco e Matteo di 17 anni, infermiere e punto di riferimento del pronto soccorso dell'ospedale di Torregalli di Firenze ci ha lasciati la notte del 16 ottobre 2024 all'età di 51 anni.

Marco lavorava al Pronto Soccorso da circa 25 anni perché lui amava aiutare le persone e non solo supportando i colleghi che in questi anni ha aiutato a crescere professionalmente: Marco amava assistere e dare conforto a tutti i pazienti, anche ai più bisognosi.
In questo triste momento abbiamo pensato di cercare di portare avanti questa sua volontà istituendo una raccolta fondi da destinare alla Caritas della diocesi di Firenze per la "distribuzione dei pacchi alimentari".
Ti chiedo di contribuire con un offerta, anche minima (con 1€ si compra almeno un pacco di pasta), per continuare l'opera di Marco: aiutare i più bisognosi.

Di seguito un messaggio ricevuto da un medico del Pronto Soccorso:

Quando lavori in Pronto Soccorso, soprattutto all’inizio, hai bisogno di sentirti le spalle coperte da qualcuno. Qualcuno che le abbia già viste tutte, qualcuno su cui contare, qualcuno a cui chiedere un consiglio, qualcuno che conosce l’ospedale come le sue tasche …
Beh Marco era una di quelle persone.
Quando entravi in turno di notte, sapevi che niente poteva farti paura.
Mi ha sempre colpito la sua capacità di gestire ogni situazione, e di trasmettere sicurezza e conoscenze a tutti quanti, infermieri e medici.
Quando Marco era GPA, spuntavano fuori posti letto che solo lui faceva spuntare fuori, e riuscivi non si sa come a ricoverare quel paziente che altrimenti avrebbe dovuto stare ore o giorni su una barella in DEA.
Quando rispondeva al telefono e diceva “PRONTO SOCCORSO”, lo diceva con un tono di voce sicuro, perentorio, che mi dava l’idea che il Pronto Soccorso è sì sempre presente per tutti, ma non deve essere servo né avere alcun senso di inferiorità verso “i piani alti”.
Non dimenticherò tutte le volte che di notte mi chiedeva “mangi un piatto di pasta con noi?” Con lui e con i ragazzi del suo turno, e ti faceva sentire accolto e che facevi parte di una stessa grande famiglia, quella del Pronto Soccorso.
Non dimentico la sua capacità di gestire qualunque emergenza e qualunque situazione difficile.
Le giugulari esterne prese al volo ai malati “brutti” e senza vene.
Quel pugno precordiale che fece ripartire il cuore di un paziente alla 6.
Quella volta di notte che gli chiesi se mi faceva vedere come ridurre una spalla lussata: io mi sarei occupato della sedazione e lui avrebbe fatto il resto, e lui era tutto contento e orgoglioso che non si chiamò nessun consulente esterno per farlo, perché pensava - come me - che quando le cose ce le sbrighiamo da soli in DEA, è tutto molto più bello, e ti fa capire che, nonostante tutto, è il lavoro più bello che ci sia.
Ecco, con Marco non avevi paura.
Ti sentivi di poter affrontare tutto.
Ed è per questo che ci sentiremo tutti molto più soli.

Vedi anche come la USL Toscana Centro ha comunicato la prematura scomparsa di Marco: Sconforto per la scomparsa di Marco Petroni
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