
Help A Disabled Nurse Set The Wrongs Right
Donation protected
Di seguito troverai info sia in inglese, che in italiano.
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Who I am…
Hi, I am a disabled European nurse who has been in England for 10+ years. I came over with the dream to help and progress professionally, start a family and settle here. I was very active and had many interests and lots of experience in volunteering and helping others was one of my main interests. After a harsh childhood, I thought I could turn my life around, instead I was discriminated and bullied for 6 years and my mental health got damaged beyond repair. I am taking the Trust where I worked to court to hold to account the people responsible for this damage, and I need YOUR help.
My Story:
After a couple of years in a general hospital, I found my dream job in children's nursing in a Children's Intensive Care, and for 6 years, I had the privilege to support very sick kids and their families with a very skilled and amazing team. I loved that job, but throughout those years, I was discriminated against due to my disability.
I am autistic and have ADHD, which means that I ask a lot of questions and sometimes I might need support to cope in work. I also have chronic depression and anxiety, and PTSD from childhood. As a disabled nurse, it is not easy to find a job or stay in work: only 3 autistic adults out of 10 find and stay in work compared to the 7 in 10 adults who are not autistic.
During my time nursing sick children, I was targeted by some senior staff and managers. I was isolated and belittled constantly: they pushed on the symptoms of my disability and worsened my mental health. I raised that this was harming me, but they continued to the point I had to leave because they pushed me to the brink of suicide. When I came to this NHS hospital, I was very active, I exercised regularly, and I worked a lot because I loved my job. Now I am often unable to leave the bed because of how much my depression worsened due to what I was put through, I am very isolated and have frequent nightmares because I developed PTSD from the treatment I received during those 6 years. I know that 1 in 3 NHS staff bears the psychological effects of bullying, and I lived this experience on my skin for years. I held on, hoping it would ease up, that I would get used to it and thinking that I really loved caring for sick kids and supporting their families, but eventually, I had to recognise that it was costing my own life.
I spent some time off work and joined another hospital as I refused to give up and I do not want to be a burden for the community I live in. So I still work (on reduced hours) and I am trying to get better, but my symptoms since the discrimination, are getting worse. Now I am blessed with a wonderful team, a supportive manager and my patients love me, but I still have no quality of life and I am not getting better despite the many therapies I tried.
I accepted I will likely have to access medically assisted dying (abroad in Europe) because of the severity of my mental health symptoms and the lack of treatments that can help. My quality of life is very poor and I am in constant psychological pain: frequent nightmares, psychological paralysis, flashbacks and constant worrying that something awful WILL imminently happen. None of this is rational, but my brain still lives in constant readiness to fight, and it is exhausting. Despite this, I do not want to go out without a fight so I took the hospital that let this happen to court to set the wrongs right.
I knew that it was not going to be easy, but I did not know that I was going to be affected so much: my heart races from 80s to over 120s when I am dealing with the court case, I sweat and become incapable of making even simple decisions.
I had a solicitor but it became too expansive for me to continue (his estimate was originally less than £10k, but then it rose to over £44.000).
I cannot represent myself because even if I look fine, I die inside every time I open the papers. I do not have the funds to hire a legal representative and I am afraid that I might lose the case just because my disability prevents me from doing what needs doing.
That’s where you come in: help me fix this wrong, help me hold accountable the people who chose to damage me. The UK is short of over 46.000 nurses, we cannot let these behaviours go unsanctioned and make the staff shortage worse. We cannot let these people ruin the wonderful NHS by damaging the staff that so passionately decided to spend their skills and energies in supporting patients, even more when it’s about little patient kids. People working in the NHS should understand disabilities, support disabled people and staff and not using the fragilities of disabled staff to damage them and push them away. I was disabled but a fully functioning individual when I started those 6 years, now my housemate worries when he leaves the house that I will not eat or even get out of bed if I am not supported. So please, donate to my cause and help me set these wrongs right.
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Chi Sono…
Ciao, sono un infermiere italiano che vive in Inghilterra da più di 10 anni ormai.
Son venuto qui col sogno di aiutare gli altri e crescere professionalmente, crearmi una famiglia e integrarmi.
Ero un ragazzo molto attivo, con moltissimi interessi e tanta esperienza nel volontariato: amavo aiutare gli altri, è sempre stato la mia vocazione.
Dopo un’infanzia difficile pensavo di dare una svolta alla mia vita, invece son stato vittima di discriminazione e bullismo sul lavoro (mobbing), dove per 6 anni la mia salute mentale è stata danneggiata irreparabilmente.
Sto portando in causa l’ospedale in cui lavoravo per avere giustizia verso le persone responsabili di questi danni, ma ho bisogno del TUO aiuto.
La mia storia:
Dopo un paio di anni in un ospedale generico, ho trovato il lavoro dei miei sogni in Terapia Intensiva Pediatrica ed ho avuto il privilegio di assistere bambini molto fragili e le loro famiglie, insieme a un team molto competente.
Amavo il mio lavoro, ma per tutti quegli anni son stato discriminato a causa della mia disabilità.
Sono infatti una persona autistica con ADHD (disturbo da iperattività e deficit di attenzione), il che significa che faccio molte domande e alle volte ho bisogno di supporto aggiuntivo sul lavoro, come ad esempio più tempo per scrivere le note cliniche.
Sono stato diagnosticato anche col disturbo post traumatico da stress (dovuto alla mia infanzia) e depressione ed ansia croniche.
Come infermiere disabile non è facile trovare lavoro o rimanere in servizio: infatti solo 3 persone autistiche su 10 trovano lavoro e riescono a mantenerlo, rispetto alle 7 persone (non autistiche) su 10.
Durante il mio servizio nell’assistenza a bambini molto malati sono stato preso di mira da alcuni colleghi più grandi e alcune manager: sono stato isolato e sminuito costantemente, tutto questo ha peggiorato i miei sintomi, ritengo sia stato fatto di proposito e perciò la mia salute mentale è andata in frantumi.
Uno degli episodi che posso raccontare è questo: una caratteristica della mia neurodivergenza è che ho bisogno di stare da solo nelle pause per ridurre lo stress, ma le mie manager ad un certo punto hanno deciso di rimuovere le sedie dallo spogliatoio per impedirmi di rifugiarmi lì, anche se non davo fastidio a nessuno.
O ancora: durante la prima ondata del Covid ero in prima fila e impegnato ad aiutare pazienti e colleghi, poiché l’emergenza fece sì che anche la nostra terapia intensiva prendesse in carico pazienti adulti con Covid severo. Nonostante molti colleghi apprezzarono che io mi offrissi volontario per badare ai pazienti adulti col Covid, nella seconda ondata le managers mi proibirono di assisterli e di sostituire colleghi che erano molto ansiosi di ritrovarsi di nuovo a gestire pazienti adulti (la mia formazione è sia pediatrica che adulta, ma quella di molti colleghi solo pediatrica).
In un’altra occasione, mentre spiegavo alcune cose alla studentessa che mi affiancava quel giorno, le managers la allontanarono da me senza neanche spiegarmi il perché (con grande delusione della studentessa che era molto interessata alla spiegazione).
Queste sono solo alcune delle diverse forme di isolamento e pressione cui sono stati sottoposto per anni.
Ho denunciato ai vertici i danni che mi stavano facendo, ma non è servito: loro hanno continuato fino al punto di farmi decidere di andare via da lì, perché mi avevano spinto sull’orlo del suicidio.
Quando sono arrivato in questo ospedale ero molto attivo, mi allenavo regolarmente e lavoravo tanto perché amavo il mio lavoro.
Adesso spesso non riesco neanche ad uscire dal letto, per quanto la mia depressione sia peggiorata, sono molto isolato ed ho incubi frequentissimi dovuti al disturbo post traumatico da stress, derivato anch'esso dalle violenze subite durante quei sei anni.
Qui nel SSN inglese una persona su tre porta il peso psicologico degli effetti del mobbing, ed io ho vissuto questa esperienza sulla mia pelle per anni.
Essendo autistico, ho bisogno di stare da solo nelle pause per ridurre lo stress: le mie manager rimossero le sedie dallo spogliatoio per impedirmi di rifugiarmi li anche se non davo fastidio a nessuno. Durante la prima ondata del Covid ero in prima fila e impegnato ad aiutare pazienti e colleghi poiché’ l’emergenza fece sì che anche la nostra terapia intensiva prendesse in carico pazienti adulti con Covid severo. Nonostante molti colleghi apprezzarono che io mi offrissi volontario per badare ai pazienti adulti col Covid, nella seconda ondata le managers mi proibirono di assisterli e di sostituire colleghi che erano molto ansiosi di ritrovarsi di nuovo a gestire pazienti adulti (la mia formazione è sia pediatrica che adulta, ma quella di molti colleghi solo pediatrica). In un’altra occasione, mentre spiegavo alcune cose alla studentessa che mi affiancava quel giorno, le managers la allontanarono da me senza neanche spiegarmi il perché (con grande delusione della studentessa che era molto interessata alla spiegazione). Questi sono solo alcune delle diverse forme di isolamento e pressione cui mi hanno sottoposto per anni.
Ho cercato di resistere nella speranza che smettessero col tempo o che io mi abituassi: mi concentravo sul fatto che davvero amavo questo lavoro, che i bambini e le famiglie che assistevo amassero me, ma alla fine ho dovuto riconoscere che mi stava costando la vita.
Ho dovuto smettere di lavorare a causa di quanto fossero severi i miei sintomi.
Ho poi ripreso in un altro ospedale perché mi rifiuto di arrendermi e non vorrei essere un “peso” per la comunità in cui vivo.
Quindi ora lavoro, ma con un orario molto ridotto e sto cercando di migliorare. Ora sono fortunato nel far parte di un team fantastico, una manager che mi sostiene e pazienti che mi amano.
Purtroppo però è tutto estremamente difficile, perchè i sintomi dopo le violenze continuano a peggiorare, non ho una buona qualità della vita e non sto migliorando nonostante le tante terapie che ho provato.
Ho accettato che dovrò probabilmente usufruire della Morte Medicalmente Assistita (in Europa) a causa della severità dei miei sintomi e della mancanza di trattamenti che funzionino con la mia complessa salute mentale, vivo nel dolore psicologico costante: ho frequentissimi incubi, paralisi psicologica (da disfunzione esecutiva) che dura giorni, vividi ricordi delle violenze che intrudono ad ogni ora del giorno nella mia vita e la sensazione, quasi certezza, che qualcosa di terribile stia per accadere ad ogni momento.
Nulla di tutto ciò è razionale, ma il mio cervello continua a vivere in uno stato costante di minaccia imminente, come se la mia stessa sopravvivenza fosse a rischio, e tutto ciò è estenuante.
Nonostante questo, non voglio uscire di scena senza lottare, così ho deciso di portare in tribunale l’ospedale che ha lasciato che tutto questo accadesse, con la speranza che giustizia venga fatta.
Avevo un avvocato, purtroppo però è diventato troppo costoso per me: la sua parcella originariamente era stimata a meno di 10.000£, che invece sono aumentate fino a oltre 44.000£.
Ahimè, sapevo che non sarebbe stato semplice, ma non pensavo che fossi peggiorato così tanto: ho le palpitazioni quando devo gestire questo caso e il mio battito cardiaco va da 80 ad oltre 120, sudo e mi diventa impossibile anche prendere anche le decisioni più semplici.
Anche per questo io non riuscirò a rappresentarmi in tribunale da solo, perché anche se dall’esterno sembro star bene, ogni volta che apro i documenti muoio dentro.
Non ho purtroppo i fondi per assumere un altro avvocato e inoltre temo che potrei perdere il caso, perchè la mia stessa disabilità mi impedisce di fare ciò che serve vada fatto.
E questo è il motivo per cui ho bisogno di te: aiutami a fare giustizia, aiutami a far si che le persone responsabili debbano confrontarsi con le conseguenze delle loro azioni.
Come l’Italia, anche in Inghilterra mancano infermieri (46.000 in Inghilterra, circa 65.000 in Italia), non possiamo permettere che questi comportamenti rimangano impuniti e che peggiorino la mancanza di personale poiché a farne le spese sono sempre le persone più fragili.
Non possiamo permettere che individui come quelli che io ho incontrato rovinino il Sistema Sanitario Nazionale (NHS), danneggiando chi ci lavora con tanta passione e spendendo energie e competenze nell’aiutare pazienti e famiglie, e ancor più quando questo riguarda bambini e famiglie così fragili.
Chi lavora in sanità dovrebbe comprendere le disabilità, sostenere le persone disabili e il proprio personale. Non dovrebbe invece usare le fragilità del personale disabile per danneggiarlo e spingerlo ad andar via. Io ero disabile, ma ero anche un individuo “funzionante” quando ho iniziato quei sei anni.
Ora persino il mio coinquilino si preoccupa quando parte, perché sa che io non mangerò per giorni o probabilmente neanche uscirò dal letto se non ho sostegno.
Quindi spero che mi aiuterai donando e condividendo la mia storia, qualunque aiuto sarà apprezzato: aiutami a fare giustizia.
Organizer
Roberto Iavarone
Organizer
England