Insieme in nome della giustizia

Quante volte avete ripetuto la frase “siamo in Italia” con senso di impotenza e amaro in bocca? Quante volte siete rimasti vittime del sistema?
 
Bene, voglio raccontarvi la storia di una donna che non si è mai arresa e ha combattuto per il senso del giusto tutta la sua vita, questa donna è mia mamma.
 
E allora incominciamo da qui, da questa foto, l’ultima che ha scattato mio papà prima di morire prematuramente e lasciare i suoi due figli di 4 e 8 anni e l’amore della sua vita, sua moglie.
 
Vittima di una caduta accidentale si è fratturato il ginocchio e un mese dopo, alla sua prima seduta di fisioterapia, ci ha lasciato per sempre.
A soli 44 anni, un uomo che era il ritratto della gioia di vivere, un padre amorevole e grato per la sua famiglia, se ne è andato per un banale embolo al ginocchio che non curato preventivamente e correttamente ha determinato un’embolia polmonare fatale.
Di fatto, bastava che i medici che lo avevano in cura procedessero con l’iter appropriato e i dosaggi medicinali indicati e lui oggi sarebbe ancora qui.
 
Così all'improvviso, mia mamma si è trovata vedova con il carico materiale e il dovere morale di dover crescere da sola due figli.
 
Per onorare mio papà ha deciso di intraprendere una causa legale contro i medici direttamente coinvolti nell’accaduto per fare giustizia ad una morte così ingiusta.
 
Perso il processo in primo appello, mia mamma non si è data per vinta e ha continuato in secondo appello anche questo perso e per di più con una richiesta di pagamento di 80.000 euro di spese legali delle controparti.
Così in ultima battuta, ancora fiduciosa nella giustizia del sistema italiano è arrivata in Cassazione.
 
Ieri il riscontro: oltre agli 80.000 si sono aggiunti 40.000 euro, per un totale di 120.000 euro da versare solo per le spese legali richieste dalle controparti, in quanto il processo si è concluso e abbiamo perso, la giustizia ha perso.
 
Di tutto, il fatto che mi fa stare più male è che a mia mamma è mancato il papà da piccola, costretta, così, a crescere tra mille sacrifici e privata di un’infanzia.
Dopo la morte di suo marito, ha perso l’anno dopo sua mamma di un cancro che l’ha consumata fino a spegnerla.
Lo scorso anno è toccato alla sorella maggiore, che era come la sua seconda mamma e a causa del Covid non è neanche riuscita a dirle addio.
E infine, lunedì scorso se ne è andata anche l’altra sua sorella, così dall’oggi al domani, che per di più era l’avvocato che la seguiva nella causa del papà.
 
Quindi sono qui con il cuore in mano, senza vergogna se non per quanta ingiustizia è stata fatta, a chiedervi di aiutare mia mamma a pagare le spese legali, in quanto io e mio fratello non possiamo farlo economicamente poiché stiamo ancora ultimando gli studi.
 
Vi chiedo di riconoscervi nella sua storia, nella vita di una donna che ha combattuto per tutelare i suoi figli, una leonessa che ha continuato a ruggire per i suoi cuccioli.
Io sono conscia che nessun valore potrà ridarci indietro il papà, o sanare le mille preoccupazioni di cui mia mamma si è fatta carico negli anni, però io voglio aiutarla, io devo farlo per mettere fine a questo incubo e tornare a vivere serenamente.
 
Sapete mia mamma è una forza della natura, una donna che nonostante il dolore non ha mai perso il sorriso; non so come faccia, ma riesce sempre a vedere la positività in ogni cosa. Lei ha permesso a me e mio fratello di frequentare l’università e ha fatto di tutto per non farci mai mancare niente.
 
Io, mia mamma e mio fratello siamo uniti da un amore indissolubile; da piccoli separarsi da lei quando andava a lavoro era difficilissimo, così come vederla rincasare stanca la sera, ma ad oggi vederla in questo stato per questi avvenimenti fa ancora più male.
 
Lei merita questa vittoria; io non credo nel fato, ma d’altra parte credo nel potere del libero arbitrio e nel buon cuore delle persone. Non voglio lasciare al destino, ma voglio io riscrivere il futuro di mia mamma, un futuro tranquillo e sereno con i suoi figli.
 
Dunque, io sono qui per chiedervi di fare giustizia insieme.
 
Ho smesso da tempo di credere a Babbo Natale, però credo nella magia della condivisione, e dunque riscriviamo insieme la storia e doniamo un lieto fine ad una bambina, ad oggi madre, che non ha mai perso la speranza.