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NN-Non Noto, Ricerca storia della cittadinanza Italiana

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Mi chiamo Tezeta Abraham, sono nata a Gibuti nel Corno d’Africa. Mia madre ed io siamo arrivate a Roma quando avevo 5 anni, nel 1990. Sono attivista, attrice (protagonista nella serie tv E’ arrivata la felicità) e scrittrice: il mio libro di esordio è Nostalgia per Harper Collins Italia 2024. Sebbene, appena arrivata in Italia, io abbia imparato l'italiano e anche il romanesco nel giro di 3 mesi, il mio processo di integrazione formale si è concluso con la naturalizzazione a cittadina italiana dopo 19 lunghi anni di peripezie burocratiche. , e sento l'urgenza di concludere il documentario di ricerche sulla storia della cittadinanza italiana

PERCHÉ' UN DOCUMENTARIO SULLA CITTADINANZA?

Da sempre mi interesso della riforma sulla cittadinanza Italiana, ho lottato per me, ma ho sempre lottato anche per le altre e gli altri, perché tutte e tutti coloro che sono nate/i n Italia o sono arrivate/i qui da piccoli abbiano accesso alla cittadinanza senza passare per tutte le traversie burocratiche e i diritti negati che ho passato io.
Quindi ho pensato di fare un documentario. Lo sto facendo per sensibilizzare chi questo tema non lo conosce, per le nuove generazioni, lo sto facendo per proiettarlo nelle sedi delle associazioni rete Yekatit 12, Polo Civico Esquilino, Spin Time, Lucha Y Siesta, Casa internazionale delle donne, Italiani senza cittadinanza, Cgil, Spi-Cgil, Anpi, Casa della memoria, Crs, Idos, Dossier Immigrazione, e altre solo su Roma, ma l’intenzione è quella di proiettarlo anche a Milano; Bologna, Firenze, Napoli nelle feste popolari, nelle scuole, nelle università e dovunque possa stimolare attenzione su questo tema. Anche perché l'8 e il 9 giugno ci sarà il referendum sulla cittadinanza, e dovremo capire qual è la posta in gioco.


IL PROGETTO

Le riprese del documentario sono quasi terminate. Ho intervistato chi conosce bene i temi della cittadinanza e dell'immigrazione: docenti universitari come Angelica Pesarini e Leonardo De franceschi, la scrittrice italo-etiope Gabriella Ghermandi, l'italo-eritreo Giuseppe Zigliotti, nato a Segheneiti, il giornalista italo-eritreo Vittorio Longhi : si parla di storia, di colonie, di leggi dai cognomi famosi, di italiani in Africa, di figli, dell’Italia di questi anni. Intendo accompagnare le interviste con immagini e video tratti dagli archivi relativi ad alcuni momenti della storia d’Italia, la campagna coloniale, le leggi razziali, l’Italia del dopoguerra, ma anche i tempi più recenti, l’Italia della legge Turco- Napolitano (1998), la politica che porta alla legge Bossi-Fini (2002), la legge 91 sulla cittadinanza del 1992, i tentativi falliti di cambiarla. Le norme italiane sulla cittadinanza sono tra le più restrittive in Europa, come documento con una scheda.
Ho intervistato anche chi ha avuto le mie stesse difficili esperienze per ottenere la cittadinanza, chi la sta ancora aspettando. Ho sentito il bisogno di parlare anche tramite un linguaggio diverso, con persone diverse, perché è quello che so fare: il linguaggio dell’amicizia e della curiosità, interesse per storie e opinioni di coloro che mi assomigliano, altre/i italiane/i come me. Ecco quindi, il mio punto di vista tanto ‘etiope ’quanto femminile, anche di madre. Sono quasi un milione e trecentomila - in costante crescita - i ragazzi nati o cresciuti in Italia, quasi tutti non sono ancora cittadini italiani, di loro ancora poco si conosce, esseri umani reali ma invisibili, non ancora assimilabili al concetto di Made in Italy.
Sono entrata nella comunità di stranieri/italiani che mi è più vicina, iniziando delle chiacchierate nei luoghi domestici, dell’informalità. Nel documentario entreremo nell'intimità di alcune famiglie che vivono in Italia da molti anni, intervistando ragazzi e ragazze, per arrivare a raccontare l’oggi. Emergono le loro storie individuali e la differenza fra la prima generazione di migranti, i genitori, e le seconde, una generazioni di ragazzi e ragazze nati o cresciuti in Italia. Una Generazioni di italiani senza cittadinanza. Voglio davvero provare a capire se e come l’assenza di integrazione possa aver scalfito e modificato le vite di questi ragazzi, sotto molteplici punti di vista.

L’idea è quella di sviluppare un documentario che riveli gli intrecci storici, quelli legislativi, a partire dal dopoguerra, narrandoli sulla pelle di queste madri, sulla pelle dei loro figli, nati in Italia ma che a 18 anni scoprono di non essere tanto italiani quanto i propri compagni. Chi lo percepisce prima, sui banchi di scuola, quando non si hanno i documenti in regola per viaggiare in gita scolastica con i compagni, chi quando, completati gli studi, magari a pieni voti, scopre di non poter partecipare ai bandi di pubblico impiego, rivolti esclusivamente ai cittadini italiani. I figli degli stranieri vivono su un binario parallelo rispetto ai propri compagni, assistendo da spettatori, a come dovrebbe o potrebbe essere la loro vita.
Tra una chiacchierata e l’altra in alcuni momenti ho sentito il bisogno di leggere l’altro attraverso i miei ricordi di bambina, di adolescente. Quando per esempio sulla mia pelle ho creduto davvero di essere uguale ad una bambina bianca e di poter avere le stesse possibilità nella vita. Quando in fila alle quattro di mattina deposito la richiesta di cittadinanza. Quando nel 2010 incarno un esotismo, difficile da spiegare, la volta che partecipo al concorso Miss Italia…

Ho girato per Roma con la macchina da presa e ho ripreso monumenti, palazzi, nomi di quartieri, di vie e di piazze del periodo coloniale fascista. E’ Il periodo in cui cresce in Eritrea Giuseppe Zigliotti . Nato nel 1938 ad Asmara, figlio di madre eritrea e padre veneto, viene riconosciuto dal padre, ma, poiché, secondo le leggi fasciste, nelle missioni italiane non si accettavano i riconoscimenti e i padri che lo facevano rischiavano la galera, il piccolo Zigliotti, come tanti altri meticci, viene nascosto dai preti nel brefotrofio di Segheneiti, una cittadina nel sud dell’Eritrea, come un NN, un “non noto”.
Da qui il titolo di questo documentario, ENNE ENNE. NON NOTO

La fine del documentario. È una serata di fine estate e a Roma, molti giovani si ritrovano a giocare a basket. Non importa se sono nati qui o altrove, se portano con sé il peso di un’identità in bilico. Il rumore del pallone che rimbalza sul cemento è l’unico suono che conta, mentre corrono insieme, senza pensare a chi sono, ma solo a chi vogliono diventare. In quel momento, la divisione che il mondo ha tracciato per loro sembra svanire, lasciando spazio solo alla libertà di essere, finalmente, ciò che si è sempre stati: giovani e liberi.

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