Siamo un gruppo spontaneo di cittadini che da luglio scorso sta combattendo con tutte le forze e l’impegno di tempo e denaro che ha a disposizione una battaglia per salvare dall'abbattimento 49 pini domestici, sanissimi e splendidi, presenti da decenni sul lungomare, Viale Romagna, della località balneare Lido di Savio, nel Comune di Ravenna.
L'assurda motivazione dichiarata nell’ordinanza comunale di abbattimento? Realizzare un’opera di restyling della località balneare, attraverso la costruzione di una nuova pavimentazione che corre sul lungo mare finanziata attraverso fondi del PNRR ricevuti dal Comune.
Il viale, senza il suo doppio filare di pini sani, maestosi e bellissimi – si tratta di piante con circonferenza del tronco di oltre 2 metri, in grado di fornire “servizi ecosistemici” elevatissimi – perderà tutta la sua identità, diventando uno forno assolato. Nel tratto dove a febbraio 2024, prima di interrompere i lavori per dare il via alla stagione balneare, hanno abbattuto i primi 17 esemplari, ha preso vita uno spazio desolato e bollente.
Molto presto, purtroppo, i lavori potrebbero ricominciare, e gli altri 49 essere abbattuti in massa, con un’enorme perdita, in termini ambientali, economici, di immagine della località e di salute dei suoi abitanti.
L’Emilia-Romagna sta vivendo un momento drammatico (5 alluvioni in poco più di un anno), che si preannuncia solo come l’inizio di stravolgimenti molto più grandi. In questo contesto non un solo albero dovrebbe essere abbattuto se non strettamente necessario. I fondi pubblici, in particolare quelli europei del PNRR – essendo ogni progetto finanziato con tali fondi obbligato a non produrre “Danno Ambientale Significativo” (DNSH, “Do No Significant Harm”) – devono essere ora più che mai indirizzati a conservare e mettere in sicurezza il patrimonio pubblico, non a distruggerlo e consumarlo.
A Ravenna, invece, come in tante parti del nostro Paese, si è scatenata un guerra ai pini, che rischia di sconvolgere per sempre il paesaggio del "Bel Paese", contro l'articolo 9 della nostra Costituzione (La Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni).
Nel corso dei mesi, abbiamo tenuto incontri per coinvolgere e informare cittadini e turisti e condotto una petizione che ha raggiunto in poco circa 2.500 firme, regolarmente depositata in comune.
Inoltre, abbiamo contattato alcuni tra gli esperti tra gli esperti più accreditati in Italia e in Europa nel campo degli alberi e dei loro apparati radicali, tra i quali il dottore forestale arboricoltore Gian Pietro Cantiani e il dottor agronomo Daniele Zanzi, che all'analisi visiva hanno dichiarato i “nostri” pini in ottima salute.
Ma a nulla sono serviti le azioni intraprese; la risposta del comune è stata una sola e chiarissima: si procede con i lavori.
E così, per scongiurare la minaccia dell’abbattimento, ci siamo visti obbligati a passare alle vie legali, presentando un ricorso giudiziario al Tribunale di Ravenna, basato ai sensi dell’art. 700 del Codice di Procedura Civile, per “diritto alla salute” (hanno sottoscritto il ricorso 71 cittadini, oltre a due associazioni ambientaliste, WWF Ravenna e Italia Nostra sez. Ravenna).
L’abbattimento del doppio filare di pini, infatti, porterebbe inevitabilmente a conseguenze negative sulla salute. Basti solo pensare all’innalzamento delle temperature: quest’estate, tramite strumentazione professionale, sono state misurate le temperature dell’asfalto sul tratto di Viale Romagna già interessato dall’abbattimento e sul tratto che presenta l’alberata ancora intatta, rilevando, rispettivamente, una temperatura di oltre 50 gradi centigradi e una temperatura di 30 gradi centigradi.
Il dottor Zanzi ha valutato i “servizi ecosistemici” forniti dai 49 pini con il metodo i-Tree, rilevando questi valori: area coperta di circa 3.000 metri quadrati, con evidenti benefici sull’ombreggiamento e sulla mitigazione delle bolle di calore e indubbi benefici di risparmio energetico sugli edifici a lato; rimozione degli inquinanti, in particolare delle famigerate polveri sottili, di 35 kg/anno; immagazzinamento di carbonio pari a 27 tons; sequestro anidride carbonica pari a 977 Kg/anno e produzione di ossigeno pari a 2,6 tons/anno. Il valore complessivo offerto dai servizi ecosistemici dell’alberata pari a 194.000 € all'anno. Valore destinato ad aumentare con gli anni, aumentando gli alberi di dimensioni.
Al danno economico provocato dall’abbattimento, si dovrebbe aggiungere la perdita di valore ornamentale, estetico e simbolico (il pino è uno dei principali simboli di Ravenna, riportato anche sul suo stemma e narrato da Dante e da molti altri poeti) immensa e difficile da quantificare.
Inoltre questi alberi offrono rifugio a numerose specie di uccelli, essendo il sito poco lontano dal Parco del Delta del Po.
Il giudizio è ancora in corso e le spese legali sono molto alte, così come lo è il nostro impegno per salvare i pini.
Tutti coloro che amano il verde e gli alberi, e sono consapevoli del valore dei servizi ecosistemici che offrono, possono contribuire ad aiutarci. Basta una manciata di euro. Se siamo tanti, tutti insieme possiamo farcela. Per noi e per chi viene dopo di noi, che si merita un futuro più verde.






