
DATE UNA ZAMPA A BABA', NONNETTO SOLO E MALATO
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Salve a tutti!
Sono Isabella Vellucci, vivo a Ferentino in provincia di Frosinone, ho 59 anni e sono la Presidente dell'associazione "Le Orme". Sono anche insegnante in una scuola primaria, ma oltre a cuccioli di uomo mi occupo anche di cuccioli veri, quelli che popolano le strade della Ciociaria, la zona in cui vivo. Il randagismo è una grave piaga a cui si può rispondere solo con sterilizzazioni a tappeto, ma purtroppo le amministrazioni sono disinteressate e insensibili e troppo spesso tutto ricade sulle spalle di volontarie che si impegnano al massimo, per alleviare almeno un pò questo problema. Io sono una di quelle da anni, da 30 lunghi anni. Parto da una passione innata per i cani, che mi spingeva fin da piccola a sfamare e curare le bestiole che incontravo con i miei piccoli mezzi di bambina. Da adulta poi mi sono lasciata coinvolgere completamente da quella che ritengo ormai una missione, iniziando a raccogliere quattro zampe in un piccolo terreno di proprietà di un amico. L'assenza o quasi delle istituzioni, l'inciviltà dilagante delle persone e la mancanza di iniziative per contrastare gli abbandoni hanno fatto diventare il mio rifugio uno scarico continuo di poveri esseri; da cuccioli nella cassetta della frutta legata con fil di ferro morti asfissiati sotto il sole, a cani legati alle reti dei miei box con catene, a cani privi completamente di pelo divorati dalla rogna, a cuccioli in condizioni gravissime per gastroenterite, a cani disabili o ciechi. Di tutto e di più. E ogni volta che ne trovavo uno lasciato nel mio rifugio, mi mancava il coraggio di mandarlo in canile, sopraffatto chissà da quale crudele destino. E allora ogni volta c'erano visite da effettuare, terapie da iniziare, antiparassitari e sverminanti da acquistare e sterilizzazioni da pagare per intero, non essendo previsto alcun aiuto, all'epoca, per associazioni come la mia. Insomma, ogni cane era un'ingente spesa, senza contare quella fissa per il cibo con cui li sfamavo. Negli anni mi sono passati tra le mani qualcosa come 500 cani; la maggior parte sono stati adottati da buone famiglie, alcuni non ce l'hanno fatta a vincere la guerra contro la malattia e la morte e altri sono rimasti con me fino alla fine, non avendo trovato nessuno che li accogliesse amorevolmente. Ancora oggi sono in piena attività, anche se mi dico spesso che non dovrei continuare, poichè diventa sempre più difficile aiutare da sola queste creature non solo fisicamente ma anche e soprattutto economicamente. Ogni volta che vedo un cane in difficoltà, istintivamente lo prendo con me anche se poi so che dovrò affrontare sacrifici enormi. Ma la spinta a salvarlo è sempre più forte. Ed è per questo che sto scrivendo oggi a voi che mi leggete, nella speranza di parlare a persone che hanno un cuore, che credono che salvare una vita, qualunque essa sia, umana o animale, sia un atto dovuto. Persone sensibili che pur amando gli animali non hanno tempo o occasione per dimostrarlo e che quindi danno una mano sostenendo chi si occupa di loro, chi cerca in parte di riscattarli da tutto il male che ricevono sotto varie forme. Una di queste anime ha incrociato la mia strada proprio due mesi fa. Una casa non più abitata, un cartello con su scritto "in vendita" e un povero cane, anziano, con una visibile ernia perineale, che camminava a fatica nel piazzale, senza una ciotola di cibo o acqua. E' questa la scena che mi si è presentata dopo la telefonata in cui mi veniva segnalata questa situazione. Babà, questo il nome del nonnetto, inizialmente ringhiava e tentava di mordere, forse per il dolore, forse per diffidenza. Non è stato facile portarlo dal veterinario e in clinica le prime volte, ma poi, quasi avesse capito che si stava facendo il suo bene, si è lasciato andare. Gli organi addominali erano scesi quasi tutti verso l'ano, coinvolgendo anche la vescica a tal punto da rischiare un blocco urinario. L'intervento era urgente. Non ci ho pensato su poi tanto: esami del sangue, rx e ecografia presso la clinica Borghesiana e poi, essendo buone le condizioni generali, chirurgia avvenuta il 12 marzo. Babà ora non vive più solo ma con i miei cani, a casa mia, al caldo. Si è ripreso miracolosamente bene grazie ad antibiotici, antinfiammatori e antidolorifici e mangia con appetito. Farà la sua vita da pensionato amato e coccolato. Sono felce della scelta che ho fatto, di prenderlo, curarlo e salvarlo ma ora m trovo a dover coprire i costi sostenuti. Oltre a Babà, ospito altri 32 cani e da sola davvero non riesco ad essere tutto per tutti. Però col vostro aiuto, anche se piccolo, ce la posso fare. Viviamo tempi difficili ma vi chiedo di contribuire con quello che potete, anche poco, perchè credo nelle gocce che formano l'oceano e credo nella generosità e nella solidarietà che emergono anche nei momenti più duri. Vi ringrazio per avermi letto e spero di ricevere davvero il vostro sostegno. Chiunque volesse contattarmi o conoscermi di più questo il mio profilo facebook personale https://www.facebook.com/isabella.vellucci e questo invece quello del rifugio https://www.facebook.com/profile.php?id=100064328156849 .
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Isabella Vellucci
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