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Alluvione Faenza Edicola Via Lapi

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Mi chiamo Luca e sono nato e cresciuto a Faenza. Nel 2009, durante la crisi economica, sono rimasto in cassa integrazione. Avevo 24 anni e voglia di fare, non volevo mettere in pausa la mia vita nell'attesa di tempi migliori. Pochi mesi dopo, in un mondo governato dalla tecnologia e dove la carta stampata sta perdendo valore, decisi di acquistare l'edicola dove andavo a comprare le figurine quando ero bambino con il sogno di ridare valore alla carta stampata e creare uno spazio a misura di bambino. 

Ho lavorato 10 anni in un chiosco vecchio, senza bagno, riscaldamento o aria condizionata, con il sogno di rimodernare tutto e creare un'edicola 2.0 che fosse un punto di riferimento per la mia comunità. 
Dopo 4 anni di attesa per le pratiche burocratiche italiane, l'11 settembre 2020 in pieno periodo COVID, ho creato un punto vendita moderno per cercare di rilanciare un settore già in crisi. Per via dei vincoli dovuti all’interesse culturale della nostra amata città, Faenza, il nuovo punto vendita mi è costato molto. Ho dovuto infatti ricoprire il chiosco con una struttura su misura rivestita da pannelli di acciaio corten, curando poi ogni minimo dettaglio dell’estetica interna ed esterna. 

Quel giorno apocalittico, il 16 maggio, nel mio punto vendita l’acqua è arrivata a 6 metri con una potenza inimmaginabile. Il chiosco è stato completamente sommerso per giorni distruggendo ogni cosa. 




Tutta la merce e tutta l’attrezzatura è stata buttata ma anche la stessa struttura non ha retto la potenza dell’acqua. I doppi vetri, le serrande, il controsoffitto, l'isolamento, l'impianto elettrico e di videosorveglianza, le mensole e gli espositori sono distrutti. La potenza dell'acqua ha spostato perfino il water e ha incastrato la merce al soffitto.











Abbiamo spalato fango perfino sul tetto, bagnandolo perché il caldo l'ha reso cemento.
Avevamo un'assicurazione ma non risarcisce nulla in caso di alluvione.



Nonostante le innumerevoli spese per ripartire, non mi voglio arrendere. Questo chiosco non mi ha portato molta fortuna: prima COVID e poi innondazione. Non voglio però buttare al vento il mio progetto, io ci credo ancora. Voglio ricreare un punto di convivialità in questo quartiere residenziale totalmente distrutto, dove potersi fermare a scambiare un sorriso o quattro chiacchiere come era prima di questo indelebile 16 maggio. Voglio un po' di normalità per me e il mio quartiere. 


 
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