They lost their whole family: help Ahmed and his mom Ahlam

hanadi abd is organizing this fundraiser on behalf of Cristina Mauri.

Donation protected

(ENGLISH VERSION BELOW ⬇️)

Ciao, mi chiamo Hanadi Abd, sono una donna palestinese sposata con un egiziano e vivo al Cairo.

Ho avviato questa campagna di raccolta fondi come un'ancora di salvezza per mia sorella Ahlam e mio nipote Ahemd, che si trovano a Gaza dopo la loro tragedia e hanno perso tutta la famiglia. Ringrazio la mia amica italiana Cristina Mauri che la gestisce per me: le persone palestinesi non possono aprire un GoFundMe.

Spero che tu la legga con il cuore e che comprenda il nostro dolore, le nostre perdite e la nostra speranza di guarigione.

Questa non è una "storia", è il grido straziante di una madre che ha perso tutto e di un figlio sopravvissuto all'inimmaginabile

Il 27 ottobre ci siamo svegliati con una notizia devastante diffusa dai media.

Ho pregato con tutto il cuore che non si trattasse della famiglia di mia sorella Ahlam. Ma la mia peggiore paura si è avverata.

Sono caduta a terra, piangendo e tremando. Ho implorato Dio di fare un miracolo: non potevo sopportare una perdita del genere. Sapevo che mia sorella era a casa di nostra madre, ma i suoi figli e il loro padre erano a casa della nonna, quella presa di mira.

Ho sempre amato profondamente i figli di mia sorella, non ho mai potuto sopportare l’idea di perderli.

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Ho guardato i video condivisi. L'edificio di quattro piani non era altro che una profonda buca nel terreno. Come può un'arma essere così crudele?

C'erano 19 bambini sotto i dieci anni in quella casa: tutti membri della famiglia che si riunivano settimanalmente con i loro figli a casa della nonna.

Ho seguito le notizie fuori di me, come una pazza. Volevo solo vedere un corpo tirato fuori vivo.

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Ma ne uscirono solo resti smembrati e carbonizzati.

Avrei voluto morire prima di assistere a un simile orrore.

Provai a chiamare mia madre: nessuna risposta.

Non riuscii a chiamare Ahlam.

Così chiamai mia sorella minore, che rispose in lacrime dicendo: "Non sappiamo se qualcuno sia sopravvissuto".

Nostra madre era lì, che scavava tra le macerie con le sue mani, alla ricerca dei suoi nipoti.

Mi inginocchiai a terra, implorando Dio di fare un miracolo.

Aprii Facebook e cercai notizie.

Contattai un vicino e gli mandai un messaggio.

Rispose: "Ahmed è vivo".

Il mio cuore si rilassò. Grazie a Dio. Era uscito per andare al negozio pochi minuti prima dello scoppio, il miracolo per cui avevo pregato.

Ma quando chiesi di Aya, disse: "Nessun altro è sopravvissuto".

Come a dire che non era sopravvissuta.

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Il corpo di Aya non fu mai ritrovato, rimasero solo i suoi capelli bruciacchiati. Suo padre fu sepolto il giorno dopo.

E mia sorella Ahlam da allora non è più in grado di parlare né di guarire.

Piangeva per notti intere senza sosta. Anche nel sonno, singhiozzava.

Una settimana dopo, quando finalmente potei parlarle, le dissi: "Dio ha scelto di lasciarti un figlio e di riportare l'altra a Lui".

Sussurrò: "Alhamdulillah". Che significa "Ogni lode è dovuta a Dio".

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Suo figlio Ahmed, l'unico sopravvissuto, ora vive con la madre e l'anziana nonna in una tenda ad Al-Mawasi, Khan Younis.

Il trauma lo ha cambiato. È diventato introverso, arrabbiato e pieno di tristezza.

Una volta l'ho sentito dire: "Non sono fortunato... sono morti tutti, e sono io quello che è rimasto".

Per favore, non lasciate questo bambino solo nell'oscurità del dolore.

Non lasciate mia sorella a lottare da sola in questo incubo.

Hanno bisogno del vostro aiuto: del vostro sostegno, delle vostre parole gentili, della vostra compassione, di qualsiasi cosa che possa illuminare il loro cammino in questo futuro sconosciuto e doloroso.

Come verranno utilizzate le donazioni?

Ogni donazione andrà direttamente e in modo trasparente a sostenere mia sorella Ahlam e suo figlio Ahmed, l'unico sopravvissuto a un devastante massacro familiare.

I vostri contributi contribuiranno a:

Fornire un alloggio sicuro: trovare una casa semplice in sostituzione della tenda in cui vivono attualmente.

Provvedere a beni di prima necessità: cibo, vestiti e biancheria da letto adeguata.

Istruzione: aiutare Ahmed a tornare a scuola e ad accedere a un ambiente di apprendimento stabile.

Bisogni di emergenza: coprire spese urgenti o mediche quando si presentano.

Assistenza medica e psicologica: sia per Ahlam che per Ahmed, per aiutarli ad affrontare il profondo trauma che hanno vissuto.

Ogni contributo, anche piccolo, farà davvero la differenza nella vita di questo bambino orfano e della sua madre addolorata.

Per favore, non lasciateli indietro.

Queso è il link per la notizia:

https://www.ajmubasher.net/news/politics/2023/10/22/8-%D8%B4%D9%87%D8%AF%D8%A7%D8%A1-%D9%85%D8%B9%D8%B8%D9%85%D9%87%D9%85-%D8%A3%D8%B7%D9%81%D8%A7%D9%84-%D8%AC%D8%B1%D8%A7%D8%A1-%D9%82%D8%B5%D9%81-%D8%A7%D9%84%D8%A7%D8%AD%D8%AA%D9%84%D8%A7%D9%84

Nota: questa notizia iniziale non è stata aggiornata dopo l'estrazione dei corpi rimanenti dei familiari, poiché quel giorno furono uccise circa trenta persone.

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((**ENGLISH VERSION **))

Hello, my name is Hanadi Abd, I am a Palestinian woman married to an Egyptian man, living in Cairo,I wish to thank my friend Christina Mouri for managing the campaign because a Palestinian cannot run their own gofundme.

I started this funding campaign as a lifeline for my sister Ahlam and my nephew Ahemd, who are in Gaza , after their tragedy and lost the whole family .

On October 27, we woke up to devastating news spreading across the media.

I prayed from the depths of my heart that it wasn’t my sister Ahlam’s family. But my worst fear came true.

I fell to the ground, crying and shaking. I begged God for a miracle — I couldn’t bear such a loss.

I knew my sister was at our mother’s house, but her children and their father were at the grandmother’s home — the one that was targeted.

I love my sister’s children dearly — I couldn’t bear losing them.

I hope you read it with your heart, and feel her pain, her loss, and our hope for healing

This is not a “story”, it’s the harrowing cry of a mother who lost everything, and a child who survived the unimaginable.

I watched the videos being shared. The four-story building had become nothing but a deep hole in the ground.

How can a weapon be so cruel?

There were more than 19 children under the age of ten in that house — all family members gathering weekly with their kids at their grandmother’s home.

I followed the news like someone going mad. I just wanted to see one body pulled out alive.

But only dismembered and charred remains came out.

I wished I had died before witnessing such horror.

I tried calling my mother — no answer.

I couldn’t bring myself to call Ahlam.

So I called my younger sister, and she answered in tears, saying:

“We don’t know if anyone made it out alive.”

Our mother was there, digging through the rubble with her own hands, searching for her grandchildren.

I knelt to the ground, pleading to God for a miracle.

I opened Facebook and searched for any news.

I reached out to a neighbor and messaged him.

He replied:

"Ahmed is alive."

My heart eased. Thank God. He had stepped out to the store just minutes before the strike — the miracle I had prayed for.

But when I asked about Aya, he said:

“No one else made it out alive.”

As if to say she didn’t survive.

Aya’s body was never found, only her singed hair. Her father was buried a day later.

And my sister Ahlam, has since been unable to speak or heal.

She cried for nights without stopping. Even in her sleep, she sobbed.

A week later, when I could finally speak to her, I told her:

"God chose to leave one child with you, and take the other back to Him."

She whispered: "Alhamdulillah." Which means "All praise is due to God".

Her son Ahmed, the only survivor, now lives with his mother and elderly grandmother in a tent in Al-Mawasi, Khan Younis.

The trauma changed him. He became withdrawn, angry, and filled with sadness.

I once heard him say:

"I'm not lucky... everyone died, and I’m the one who stayed."

Please, don’t leave this child alone in the darkness of grief.

Don’t leave my sister to struggle alone in this nightmare.

They need your help — your support, your kind words, your compassion — anything to light a path through this unknown, painful future.

How the Donations Will Be Used:

Every donation will go directly and transparently to support my sister Ahlam and her son Ahmed — the only survivor of a devastating family massacre.

Your contributions will help with:

_Providing safe housing – finding a simple home or replace the tent they currently live in.

_Basic necessities – food, clothing, and proper bedding.

_Education – helping Ahmed return to school and access a stable learning environment.

_Emergency needs – covering urgent or medical expenses as they arise.

_Medical and psychological care – for both Ahlam and Ahmed, to help them cope with the deep trauma they’ve experienced.

Every contribution, no matter how small, will make a real difference in the life of this orphaned child and his grieving mother.

Please, don’t leave them behind."

his is the link for the news :

Note: This initial news has not been updated after the remaining bodies of the family members were extracted, as approximately thirty people were killed on this day.

Donate