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Un aiuto per Destiny, un giovanissimo rifugiato nigeriano

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Durante l'ennesima devastante alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna, io e il mio ragazzo ci trovavamo in un piccolo paesino dell'appennino tosco-romagnolo. Dopo una serata piacevole, una strana sensazione di urgenza mi ha spinto a tornare nella nostra casa a Faenza, anche se eravamo al sicuro. La pioggia si è trasformata in una bomba d'acqua e, nonostante la nostra casa fosse fuori pericolo, ho sentito un impulso incontrollabile a partire. Così abbiamo fatto i bagagli in fretta e ci siamo messi in viaggio, attraversando paesini già colpiti dal fango e dalla pioggia torrenziale.

Mentre guidavamo in silenzio, con ansia crescente, il paesaggio intorno a noi diventava sempre più inquietante: fiumi di fango attraversavano le strade e la visibilità era quasi nulla. A circa 15 minuti da casa, lungo la strada buia e piovosa della Riolese, abbiamo visto una figura nera avanzare lentamente su una vecchia bici senza luci, sotto una pioggia torrenziale. La sua condizione ci ha colpiti profondamente. Non potevamo lasciarlo lì.

Abbiamo invertito il senso di marcia e ci siamo avvicinati. "Hey, ciao! Ma piove un sacco, non puoi andare in bici così, senza luci!" lui ci ha risposto stremato, "I’m very tired… English?". Abbiamo capito che era straniero e stava cercando di tornare a Casola Valsenio, ancora lontana. "You can’t ride like this, it’s too dangerous," gli abbiamo detto, offrendoci di accompagnarlo. Dopo aver legato la sua bici malconcia a una fermata del bus, lo abbiamo fatto salire in macchina. Era fradicio, indossava solo un paio di ciabatte, e respirava con affanno dopo lo sforzo di quella notte. In quel momento, abbiamo scoperto che il suo nome era Destiny.

Destiny è un rifugiato nigeriano di appena 18 anni, in Italia da poco più di un anno. Il suo viaggio verso l'Europa è stato lungo e pericoloso, durato oltre un anno e culminato con l’arrivo in Italia su un barcone. Ci ha raccontato di essere arrivato senza nulla, lasciandosi alle spalle solo sua madre, che vorrebbe far venire in Italia quanto prima, il padre invece non è pervenuto. A Bologna, l’unica persona che conosce, un cugino, è gravemente malato. Quel giorno, Destiny era stato a trovarlo in ospedale. A causa dell’alluvione, tutti i trasporti per Casola erano stati cancellati, e così aveva iniziato a pedalare sotto il diluvio per tornare a casa. Era già in viaggio da due ore, e gli sarebbero servite altre due ore per raggiungere la sua meta, in condizioni disastrose.

Durante il tragitto ci ha raccontato del suo viaggio in Libia, dove una pallottola gli ha sfiorato la testa, lasciandogli una cicatrice evidente. Nonostante tutto, parlava dell’Italia con ammirazione e positività. Anche quella notte, in piena tempesta, riusciva a vedere la bellezza del mondo. Le sue parole ci hanno toccati profondamente.

Arrivati a Casola, lo abbiamo accompagnato al suo alloggio provvisorio e gli abbiamo dato ciò che potevamo. Lui ci ha ringraziato all’infinito, ma noi sentiamo di dover fare di più. Destiny non ha un lavoro, non parla italiano, e sta aspettando i documenti per poter costruire una vita qui. Ha solo tanta forza di volontà, un ottimo inglese e un cuore grande.

Vorremmo aiutarlo a costruirsi una vita migliore in Italia. Destiny non sa di questa raccolta fondi, e utilizzerò il mio conto per aiutarlo direttamente, restituendogli un po’ di quella incredibile positività che ci ha regalato quella notte.

Con il vostro contributo, possiamo davvero fare la differenza per lui. Ogni aiuto è prezioso.

Grazie di cuore per il vostro supporto.

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