#ROCKFORLOVE

Ti racconto qualcosa di noi: siamo ragazzi, famiglie, sacerdoti di tutta Italia uniti dal desiderio di aiutare i più poveri; questo gruppo è nato dalla preoccupazione e intuizione di un nostro caro amico e padre, il sacerdote salesiano Don Ugo De Censi, ora venuto a mancare da due anni. Don Ugo si è accorto che i ragazzi non hanno bisogno di parole, ma di un ideale vero in cui credere e  per cui vivere; nel 1968 si accende questa fiamma e parte così il primo drappello di ragazzi per la missione. Questo è anche quello che ha spinto me a partire da ragazza e che desidero ancora vivere con la mia famiglia. 

La missione dove vivo è Chacas, nel cuore delle Ande, a 3500 metri, dove Don Ugo è vissuto. Mi ricordo di alcune sue parole dei suoi primi anni lì: "sono seduto davanti alla finestra della casa parrocchiale; per pranzo ho un po' di minestra e due pani...Metto il cucchiaio in  bocca,... poi mi accorgo che dalla finestra dei grandi occhi scuri mi fissano.... quelli di due bambini...provate voi a mangiare! Li chiamo dentro... hanno addosso due ponchos (una specie di scialle di lana di pecora) e gli llanqis (sandali fatti con i vecchi copertoni delle macchine). Divido quello che ho...". Quanti bambini ha incontrato Don Ugo e si è commosso per loro, soprattutto per quelli orfani e abbandonati: tanti perdono il papà perchè muore ubriaco da qualche parte, o se ne va; le mamme rimangono da sole con 4-5 figli che hanno bisogno di tutto. Così l'urgenza più grande è occuparsi di questi bambini ed ora siamo arrivati ad aprire più di 40 scuole solo in Perù. Per i più piccoli ci sono tre case dette "dei bambini",  a Yanama, Llamellin ed ora a Lima, ma una volta che sono entrati in casa diventano tuoi figli. così sono nate le scuole elementari e soprattutto le scuole secondarie, i "talleres", dove hanno un'educazione e imparano un mestiere come il falegname, scultore, artista del mosaico, delle vetrate e della vetrofusione; piastrellista muratore, idraulico... Sempre per questo è nato l'ospedale, due case per bambini disabili, una casa per anziani e una per i malati più gravi. Tutto è gratuito: vestiti, quaderni, libri, il mangiare...

Uscendo dalle scuole i ragazzi  e le ragazze possono fermarsi con noi e vicini alle loro famiglie, nelle cooperative gestite da loro senza dover andare nelle grandi città. Anche io provo a voler bene ai ragazzi che sono in casa con noi.. preparo da mangiare, cerco i vestiti quando non ne hanno, metto i cerotti nelle ginocchia sbucciate, cerco di dare una carezza e un sorriso quando sono tristi... gli insegno a cantare. Durante questo periodo di emergenza sanitaria le missioni sono rimaste aperte, soprattutto nel dare viveri alle famiglie che si sono trovate a vivere in una povertà ancora più grande. 

In Perù siamo più di 360 volontari italiani, non riceviamo stipendio, ma viviamo di ciò di cui vive la gente e dell'attenzione degli amici che ci stanno vicini qui in Italia e delle nostre famiglie.