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FERMIAMO LA CICLOVIA DEL GARDA

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CICLOVIA DEL GARDA? Sì, MA NON COSì!

FERMIAMO LA REALIZZAZIONE DI QUESTA CICLOVIA, UN’OPERA AD ALTO IMPATTO PAESAGGISTICO E AMBIENTALE, AD ELEVATO RISCHIO IDROGEOLOGICO, NON SICURA PER PEDONI E CICLISTI, MOLTO COSTOSA, NON SOSTENIBILE, ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE CON LA BELLEZZA DEI LUOGHI, PROGETTATA SENZA CONDIVISIONE.



Siamo favorevoli alla realizzazione delle piste ciclabili, ma non alle specifiche tipologie previste nell’attuale progetto della Ciclovia del Garda, che non la rendono un percorso adatto al viaggio in bici (è ad uso promiscuo di ciclisti e pedoni), che richede costi esorbitanti di realizzazione e di successiva manutenzione e che è stata progettata dai tre enti territoriali interessati (Trentino, Lombardia e Veneto) senza un effettivo coordinamento delle proposte e senza una seppur minima attenzione e rispetto ambientale-paesaggistico.

Questo progetto mostra molte criticità.
Lo sfregio paesaggistico e il danno ambientale.
Nella zona dell’Alto Garda sono previste pesanti passerelle metalliche, aggettanti a sbalzo sul lago, aggrappate alle straordinarie pareti rocciose che si ergono a picco sull’acqua, o costruite su plinti e piloni, con tratti in fregio alle spiagge, interferendo con Siti Natura 2000 e aree protette, con un gravissimo danno paesaggistico-ambientale ad un territorio di rara bellezza e maestosità e un’alterazione irreversibile dello stato dei versanti.
Nella zona del Basso Garda il percorso previsto passa in prossimità di sistemi di ville, alberghi, giardini storici e limonaie, prevede il taglio di centinaia di alberi pregiati, interferisce con aree agricole, provoca un ulteriore consumo di suolo e, in diversi tratti della sponda orientale, si sovrappone alle già risicate spiagge libere, annullandone la fruibilità.
La mancanza di sicurezza.
L’Alto Garda è classificato come zona di notevole rischio idrogeologico e sismico. I ripidi pendii sono inoltre costituiti da una roccia friabile che spesso con il maltempo subisce effetti disgregativi e scarica sull’attuale strada notevoli masse di detriti rocciosi. Sulle passerelle a sbalzo nemmeno la prevista pesante e impattante tettoia metallica potrà assicurare l’incolumità in caso di frana, dato che la stessa è stata calcolata per la resistenza a solo 1 mc. di materiale e che le soprastanti file di paramessi non potranno contenere il rischio di caduta materiale ma solo mitigarlo.
Pericolosa anche la continua interferenza con la viabilità automobilistica gardesana nei numerosi punti di attraversamento della stessa che, oltre a provocarne un ulteriore rallentamento e congestionamento, aumenterà i rischi di investimento, così come nei tratti di passaggio nei centri storici dove inevitabilmente la compresenza di ciclisti e pedoni, aumenterà il richio di collisioni.
i costi esorbitanti
Nel 2017 per i 140 km previsti è stato calcolato un costo totale di € 194.000.000 (€/km 1.385.715) che nel 2019 è lievitato a € 344.000.000 (€/km 2.457.142).
Per il solo tratto trentino di 19,5 km nel 2018 erano stati stimati € 25.000.000, lievitati nel 2019 a € 65.000.000 e nel 2023 a € 81.585.000 (€/km 4.183.846).
Con la redazione di una progettazione più specifica dei singoli tratti, l’importo generale previsto nel 2019 è mediamente triplicato. Un primo tratto del Trentino sulla costa occidentale, di lunghezza m 98 è già stato appaltato ed ha un importo complessivo di € 2.620.000 (€/km 26.734.000!). Un calcolo realistico ci porta quindi ad ipotizzare per l’intero anello un importo di quasi 1.000.000.000 euro, con un costo unitario di €/km 7.142.857!
Molto rilevante sarà inoltre l’incidenza dei lavori di manutenzione, ad oggi non ancora preventivati ma che saranno elevatissimi, destinati sempre più ad aumentare nel tempo, probabilmente a carico degli Enti locali.

Per tutti questi motivi chiediamo di FERMARE QUESTO PROGETTO INVASIVO, di procedere alla sua completa revisione e al suo adeguamento ai criteri di sostenibilità.
Per l’Alto Garda proponiamo l’attivazione della “via d’acqua”: sostituire, cioè, i tratti ancorati alle rocce con trasporti in battello, potenziando quelli già attivi
. Una soluzione semplice, economica ed immediata, che permetterebbe di far apprezzare la straordinaria bellezza del lago di Garda ai ciclisti e ai pedoni e di ottenere, con l’intermodalità di trasporto, un sistema di mobilità sostenibile, prevista ed incentivata anche dalle norme di settore e già messa in atto su fiumi e laghi del centro-nord Europa. Per il Basso Garda riteniamo che il progetto dovrebbe considerare e coinvolgere i numerosi percorsi ciclabili esistenti, anche da poco realizzati.

Per perseguire questi obiettivi il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda - che riunisce comitati, privati cittadini e associazioni ambientaliste tra cui le sezioni di Italia Nostra di Trento, Brescia e Verona – ha organizzato un grande movimento di opposizione che ha già attivato numerose iniziative, tra cui una petizione su change.org, due esposti alla Procura della Corte dei Conti di Trento, diversi sit-in per la sensibilizzazione della cittadinanza, articoli per i giornali e media, incontri e conferenze.
Fino ad ora l’attività è stata supportata economicamente da autotassazioni ma, dato che le Amministrazioni coinvolte proseguono impreterrite nella redazione dei progetti esecutivi e negli appalti di singoli tratti, ora risulta necessario implementare il fondo cassa per poter procedere al deposito di un esposto, alla realizzazione di un filmato da proporre alle tv e da proiettare in occasione delle cnferenze, alla stampa di materiale informativo, ecc.
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