Bambini sordi: crescere in serenità

Combattere l’isolamento delle persone sorde era il sogno di un prete bresciano oltre cent’anni fa. L’associazione Marcoli lo porta avanti in forma aggiornata puntando l’attenzione sui soggetti e sui nuclei a maggiore rischio di emarginazione: “avere una figlia di 3 anni sorda e con patologie gravi, essere un bimbo di 10 anni in comunità sordo e con deficit cognitivo, fare il papà e la mamma essendo sordi con due bambine piccole che non lo sono, trovarsi in carrozzina a 12 anni e faticare nella comunicazione con i fratelli, avere un preadolescente sordomuto in casa che durante il lockdown si scompensa e arriva a condotte aggressive e pericolose per sé…”.

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Abbiamo bisogno del tuo aiuto per continuare a sostenere, con visite domiciliari, famiglie italiane e straniere, in condizioni di marginalità sociale ed economica, nella cura dei loro bambini sordi o con altre forme di disabilità molto gravi e invalidanti. Accompagnamento e formazione dei genitori, terapie appropriate e diritto all’educazione scolastica sono il focus dell’impegno dell’Associazione Mons. Giovanni Marcoli che, in collaborazione con scuola e servizi sociali, offre l’apporto di persone specializzate ed esperte delle dinamiche relazionali e di crescita del bambino.

Quest’anno la chiusura delle scuole a causa del covid 19 ha esasperato la già difficile situazione delle famiglie che si sono viste in qualche caso proporre una didattica a distanza senza avere né gli strumenti né le capacità per usufruirne. La forzata coabitazione ha spesso aumentato i conflitti tra fratelli e tra figli e genitori, mettendo a dura prova in particolare le risorse delle mamme.  Alcune situazioni precedentemente in precario equilibrio sono esplose, provocando l’intervento dei servizi sociali e di neuropsichiatria infantile; l’Associazione si è trovata a dover interagire intensamente con chi si è attivato intorno a queste famiglie.

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Quando dietro a un nome dimenticato dai più, si cela una ricca storia… una storia della tua città, qualcosa che – anche se non lo sai – è anche un po’ tuo: è il caso di Giovanni Marcoli, sacerdote e protagonista con gli amici Giorgio Montini, Luigi Bazoli e Giovanni Maria Longinotti dell’azione sociale dei cattolici che tanto “bene comune” ha seminato a Brescia. Con strategia e concretezza.

“Pro mutis” è il contrassegno in latino di una delle sue opere più amate ed importanti: il Patronato per l’istruzione dei sordomuti (1901). Lo volle con ogni forza a sostegno della scuola Audiofonetica fondata nel 1856 dalle Madri Canossiane di cui era superiore, per affiancarla alla realtà dell’Istituto Pavoni di cui era autorevole consigliere. Di lui hanno scritto: “un uomo di studio che ha saputo cambiare marcia per organizzare il lavoro e la carità sociale”.

Nel 2001 è nata un’associazione che, sotto il nome di mons. Marcoli, ne rinnova l’impegno: stare sul fronte della sordità in età evolutiva, con particolare attenzione alle famiglie più emarginate, quelle straniere e quelle composte esclusivamente da persone sorde. L’associazione – alla quale la Congrega della Carità Apostolica è vicina sin dall’inizio – ha sede a Brescia in via Cimabue 16; tra le sue iniziative, alimentate dal volontariato e dalla generosità di molti, vi è il contatto diretto con le famiglie ove sono presenti minori con gravi problematiche legate alla disabilità sensoriale e non solo. Un gruppo formato, che unisce volontariato e alta professionalità, realizza visite domiciliari e assistenza, tanto più preziosa quando al supporto psicologico ed educativo si abbina la mediazione culturale per i nuclei di origine straniera. In presenza, a distanza… ma sempre con competenza e passione.