Mare: allontaniamo i rifiuti, avviciniamo la gente
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Siamo un’associazione di amici e subacquei che hanno deciso di fare qualcosa per il mare, perché finisca di essere una enorme, immensa pattumiera senza fine, come è stato trattato finora e come, purtroppo, viene ancora trattato.
Quanti di voi si sono imbattuti, anche facendo semplicemente il bagno, in bottiglie di plastica o di vetro sul fondo, pezzi di ferro o rifiuti ancor più grandi ed ingombranti? E’ una cosa che accade molto spesso, purtroppo, e diffusamente nei mari italiani.
Oltre a relitti di macchine e imbarcazioni, a rifiuti ingombranti e inquinanti, oltre alle microplastiche e alle plastiche in generale, troviamo molto spesso anche parti di attrezzature utilizzate dai pescatori: reti perse o abbandonate o ‘smaltite’ sul fondo, piombi, galleggianti etc, tutti oggetti che, oltre ad inquinare i nostri mari per i materiali di cui sono fatti, distruggono i nostri fondali, il cosiddetto ‘coralligeno’. Potremmo fornire, a questo punto, dati scientifici ed attuali relativi alla presenza delle reti. Ma pensiamo sia più importante far capire cosa succede quando su un fondale di deposita una rete che viene abbandonata.
Pensate ad un condominio abitato da persone che hanno età diverse, sono di razze diverse, vestono con colori diversi, ognuna con la propria identità. Ora pensate che, su questo condominio, venga stesa una immensa, gigantesca rete: le sue maglie non sono troppo larghe, o troppo piccole, qualcuno riesce a passare, qualcuno rimane intrappolato nel suo ‘appartamento’ e muore, qualcuno non riesce più a tornarci perché la strada è interrotta e muore, qualcuno rimane fuori dalla porta perché era andato a prendere da mangiare per i suoi piccoli, rimasti con mamma o papà e muoiono, i piccoli ed il genitore, qualcuno, nel tentativo di liberarsi da tutti quei fili e quelle corde che lo trattengono, si strappa una gamba, o un braccio, e lì rimane, e muore.
Oppure pensate ad un parco, pieno di alberi di diverse dimensioni, bellissimi e lussureggianti, sul quale, improvvisamente, va a cadere la solita rete, che si intreccia tra i rami degli alberi, che copre la luce, che non permette all’albero di respirare, o di nutrirsi e di vivere.
E pensate che, queste reti abbandonate, vengono lasciate in quelle posizioni per settimane, mesi, a volte anni, continuando ad intrappolare ed uccidere.
Ecco, questo è quello che succede quando le reti vengono abbandonate sui nostri fondali: coprono tutto, soffocano la vita, impediscono al mare di respirare e di vivere.
Il nostro progetto, si inserisce proprio dove comincia la volontà di porre fine a tutto questo, almeno nella realtà dell’Isola del Giglio, dove ha sede la nostra associazione.
Il progetto riguarda la mappatura dei fondali ed ha un duplice scopo:
Mappatura dei fondali e segnalazione in superficie di relitti, reti fantasma, rifiuti ingombranti, che successivamente verranno recuperati da noi e smaltiti tramite aziende del settore
Rilevazione di dati scientifici su alcune specie marine che negli ultimi anni hanno sofferto di una eccezionale moria. I dati raccolti su indicazione di biologi marini verranno studiati da questi ultimi al fine di studiare la possibilità di salvare gli ultimi individui sopravvissuti
Per effettuare questa attività, occorrono diverse immersioni (ne abbiamo stimate almeno 12 intorno all’Isola del Giglio nell’arco nell’arco di tempo di due anni) che dovranno essere effettuate utilizzando scooter subacquei che permetteranno ai subacquei impegnati in immersione di percorrere lunghe distanze e coprire quindi una maggior area di studio e rilevamento dati. La nostra idea è comunque di non chiudere qui il progetto, ma continuare a monitorare i fondali, con la stessa modalità, anche ad intervalli costanti durante l’anno.
Ci faremo aiutare da volontari e dai subacquei che parteciperanno al progetto, ma abbiamo bisogno del sostegno di tutti per coprire parte dei costi che dovremo sostenere per acquistare attrezzature idonee, per promuovere l’iniziativa, per coprire spese logistiche di chi verrà a darci una mano gratuitamente, e effettuare poi successive operazioni di recupero e smaltimento di tutti i materiali che via via verranno segnalati.
Ogni donazione sarà ben accetta, perché sarà un tassello in più che metteremo nella realizzazione del progetto di pulizia dei fondali e di studio di uno di quegli organismi così rappresentativo dell’Isola del Giglio.
Ci impegniamo a documentare ogni tappa di ricerca e recupero che faremo, con foto e se possibile con video. Inoltre, comunicheremo costantemente lo stato del progetto e forniremo aggiornamenti sia sulla pagina Facebook della nostra associazione Underwater Pro Tour APS, che sul sito https://underwaterprotour.com/.
Il mare è uno scrigno pieno di tesori, e ognuno di noi può fare la propria parte per proteggerlo e aver cura di tutti i suoi abitanti.
Bisogna fare qualcosa, è imperativo! Per il mare, per noi, e per le generazioni che verranno e che potranno viverlo in tutto il suo meraviglioso fascino.
Quanti di voi si sono imbattuti, anche facendo semplicemente il bagno, in bottiglie di plastica o di vetro sul fondo, pezzi di ferro o rifiuti ancor più grandi ed ingombranti? E’ una cosa che accade molto spesso, purtroppo, e diffusamente nei mari italiani.
Oltre a relitti di macchine e imbarcazioni, a rifiuti ingombranti e inquinanti, oltre alle microplastiche e alle plastiche in generale, troviamo molto spesso anche parti di attrezzature utilizzate dai pescatori: reti perse o abbandonate o ‘smaltite’ sul fondo, piombi, galleggianti etc, tutti oggetti che, oltre ad inquinare i nostri mari per i materiali di cui sono fatti, distruggono i nostri fondali, il cosiddetto ‘coralligeno’. Potremmo fornire, a questo punto, dati scientifici ed attuali relativi alla presenza delle reti. Ma pensiamo sia più importante far capire cosa succede quando su un fondale di deposita una rete che viene abbandonata.
Pensate ad un condominio abitato da persone che hanno età diverse, sono di razze diverse, vestono con colori diversi, ognuna con la propria identità. Ora pensate che, su questo condominio, venga stesa una immensa, gigantesca rete: le sue maglie non sono troppo larghe, o troppo piccole, qualcuno riesce a passare, qualcuno rimane intrappolato nel suo ‘appartamento’ e muore, qualcuno non riesce più a tornarci perché la strada è interrotta e muore, qualcuno rimane fuori dalla porta perché era andato a prendere da mangiare per i suoi piccoli, rimasti con mamma o papà e muoiono, i piccoli ed il genitore, qualcuno, nel tentativo di liberarsi da tutti quei fili e quelle corde che lo trattengono, si strappa una gamba, o un braccio, e lì rimane, e muore.
Oppure pensate ad un parco, pieno di alberi di diverse dimensioni, bellissimi e lussureggianti, sul quale, improvvisamente, va a cadere la solita rete, che si intreccia tra i rami degli alberi, che copre la luce, che non permette all’albero di respirare, o di nutrirsi e di vivere.
E pensate che, queste reti abbandonate, vengono lasciate in quelle posizioni per settimane, mesi, a volte anni, continuando ad intrappolare ed uccidere.
Ecco, questo è quello che succede quando le reti vengono abbandonate sui nostri fondali: coprono tutto, soffocano la vita, impediscono al mare di respirare e di vivere.
Il nostro progetto, si inserisce proprio dove comincia la volontà di porre fine a tutto questo, almeno nella realtà dell’Isola del Giglio, dove ha sede la nostra associazione.
Il progetto riguarda la mappatura dei fondali ed ha un duplice scopo:
Mappatura dei fondali e segnalazione in superficie di relitti, reti fantasma, rifiuti ingombranti, che successivamente verranno recuperati da noi e smaltiti tramite aziende del settore
Rilevazione di dati scientifici su alcune specie marine che negli ultimi anni hanno sofferto di una eccezionale moria. I dati raccolti su indicazione di biologi marini verranno studiati da questi ultimi al fine di studiare la possibilità di salvare gli ultimi individui sopravvissuti
Per effettuare questa attività, occorrono diverse immersioni (ne abbiamo stimate almeno 12 intorno all’Isola del Giglio nell’arco nell’arco di tempo di due anni) che dovranno essere effettuate utilizzando scooter subacquei che permetteranno ai subacquei impegnati in immersione di percorrere lunghe distanze e coprire quindi una maggior area di studio e rilevamento dati. La nostra idea è comunque di non chiudere qui il progetto, ma continuare a monitorare i fondali, con la stessa modalità, anche ad intervalli costanti durante l’anno.
Ci faremo aiutare da volontari e dai subacquei che parteciperanno al progetto, ma abbiamo bisogno del sostegno di tutti per coprire parte dei costi che dovremo sostenere per acquistare attrezzature idonee, per promuovere l’iniziativa, per coprire spese logistiche di chi verrà a darci una mano gratuitamente, e effettuare poi successive operazioni di recupero e smaltimento di tutti i materiali che via via verranno segnalati.
Ogni donazione sarà ben accetta, perché sarà un tassello in più che metteremo nella realizzazione del progetto di pulizia dei fondali e di studio di uno di quegli organismi così rappresentativo dell’Isola del Giglio.
Ci impegniamo a documentare ogni tappa di ricerca e recupero che faremo, con foto e se possibile con video. Inoltre, comunicheremo costantemente lo stato del progetto e forniremo aggiornamenti sia sulla pagina Facebook della nostra associazione Underwater Pro Tour APS, che sul sito https://underwaterprotour.com/.
Il mare è uno scrigno pieno di tesori, e ognuno di noi può fare la propria parte per proteggerlo e aver cura di tutti i suoi abitanti.
Bisogna fare qualcosa, è imperativo! Per il mare, per noi, e per le generazioni che verranno e che potranno viverlo in tutto il suo meraviglioso fascino.
Organizer
Gianmaria Vettore
Organizer
Isola del Giglio