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NO agli Impianti Biogas a Masate

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Ricorso al Consiglio di Stato per annullare la sentenza del TAR Lombardia.
Aderisci e finanzia la campagna a sostegno delle spese per il ricorso legale.
A seguire il ricorso al TAR Lombardia contro l'autorizzazione del secondo impianto 
di BioEnergy che sarà costruito a meno di 200 m da quello di Energa.
 
Entro il mese di ottobre  i Comitati No biogas e le associazioni ambientaliste della zona, presenteranno il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Lombardia che di fatto ha rigettato la richiesta dei comitati e di Legambiente che chiedevano che gli impianti di Biogas non venissero realizzati in un’area agricola di pregio protetta da un corridoio ecologico Regionale (area RER).
 
Le associazioni e i comitati hanno fatto ricorso al TAR quando Città Metropolitana ha concesso l’autorizzazione a Energa di realizzare il primo impianto a cui se ne affiancherà un secondo di Bioenergy, su tale area.
 
Secondo il TAR per gli impianti di produzione di energia alimentati anche parzialmente da rifiuti, non si applicano i criteri localizzativi previsti dalla D.G.R. n. X/3706 del 12 giugno 2015 che includono la RER (Rete Ecologica Regionale) fra le aree “non idonee”.
 
Inoltre il TAR sancisce il “principio di maggior definizione”, secondo cui le previsioni degli atti più definiti approvati dagli enti territoriali minori (Comune di Masate) sostituiscono a tutti gli effetti quelle degli atti sovraordinati (Piano Territoriale Regionale RER). Interpretazione questa, delle norme, che è un sicuro motivo di impugnazione presso il Consiglio di Stato.
 
Dopo la sentenza del TAR non ci resta che ricorrere al Consiglio di stato e presentare un ricorso che smonterà punto per punto la sentenza del TAR che non ha tenuto conto minimamente dei vincoli ambientalistici, e che fa sue le memorie prodotte da Energa.
 
Sostieni la nostra iniziativa del ricorso al Consiglio di Stato, per bocciare definitivamente la realizzazione dell'impianto Energa Masate.
Il costo previsto per il ricorso equivale a quello che abbiamo già sostenuto per il ricorso al TAR ed è pari a 5000 €.
 
Le battaglie si vincono se siamo tutti uniti.
Aderisci e finanzia la campagna a sostegno delle spese per il ricorso legale.


Il perché del NO
agli impianti di Biogas a Masate.

 

Per valutare l’impatto socio economico dei due impianti di produzione di Biogas previsti sul territorio del comune di Masate e di Inzago occorre valutarne l’impatto sull’ambiente, sulla salute e sul territtorio.

Nell’analisi che segue ci concentriamo sull’impianto di Energa , l’impianto di Energa utilizza una tecnologia wet (oramai superata dalla tecnologia dry), ed è notevolmente più impattante come dimensione. 

Il progetto per la realizzazione di un impianto di biodigestione anaerobica per la produzione di biometano presentato dalla società Energa Masate Srl occupa una superficie di circa 30.000  mq di aree agricole di pregio e occupa in parte anche l’area del PLIS di Inzago (con le opere di viabilità di accesso all’impianto) inoltre l’impianto è all’interno del corridoio regionale primario a bassa antropizzazione.

L’impianto si va ad inserire in un’area che vede già la presenza di:
Discariche, termovalorizzatori, centrali, depuratori, impianti trattamento rifiuti, impianti di biogas da deiezione animale, cave estrattive, antenne radio ecc. ecc.

Relativamente al progetto occorre evidenziare le seguenti Criticità:

 
Tipologia dell’impianto

·        L’impianto in fase di autorizzazione è costruito con una tecnologia che si può definire oramai superata essendo basato su un processo di “digestione ad Umido” con grosse problematiche legate allo smaltimento del percolato (che  deriva dal compostaggio).
·        L’impianto è enorme altezza metri 15,50 – larghezza metri 120 -  lunghezza metri 240, con un impatto visivo sul contesto agricolo devastante.
·        L’impianto è sovradimensionato rispetto al bacino di utenza locale ed è in grado di smaltire tutta la frazione FORSU del consorzio CEM che raggruppa 59 comuni.

 
Ubicazione dell’impianto 



·        L’impianto è ubicato in piena area agricola pur essendo un vero e proprio impianto industriale anche se la legge lo classifica come impianto agricolo. 
·        L’impianto è collocato all’interno del reticolo idrico minore (canali “8/6 Gorgonzola” in gestione al consorzio Est Ticino Villoresi) con fossi irrigui a contorno e all’interno dell’area.  
·        Sul confine sud dell’impianto passa il Collettore fognario Est Milanese.   Ancora una volta il privato è più sagace dell’ente pubblico e vede questo fatto come opportunità e valvola di sfogo per eventuali sversamenti incontrollati. Anche se per ora nella VIA si parla solo di un collegamento per scarichi civili. 
·        Sul confine Nord dell’impianto è presente una Linea elettrica aerea da 15.000V.
·        Nel raggio di 500 m dall’impianto vi è la presenza di aziende di produzione agricola biologica, aziende agricole di ortaggi, allevamenti di bovini da carne e da latte, allevamento di ovini, e spaccio agricolo. 
·        I centri abitati di Masate, Bellinzago, Inzago e Bettola distano solo 1000 – 1500 m dall’impianto. 
·        L’impianto è collocato a 500 m da una azienda farmaceutica.
·        I valori relativi alle emissioni odorose risultano essere alquanto sottostimati per un impianto di tale tipologia e di tale caratura.
·        Per ultimo ma non ultimo; per ulteriori autorizzazione di impianti, occorrerebbe verificare che non sia già superato il fattore di pressione limite dato dalla presenza delle infrastrutture sul Territorio analogamente al fattore di Pressione previsto dal Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) per l’autorizzazione di nuove discariche (m3di discarica/km2di territorio comunale).


Rischi per la Salute

·        La qualità dell’aria peggiorerà ulteriormente rispetto ad oggi, con Inquinamento atmosferico per la presenza di polveri sottili e scarichi dovuti al traffico in entrata e uscita pari a 300 transiti giorno (già ora in molte giornate a Masate vengono superiamo i limiti ammessi).
·           Maleodorazioni seriamente moleste che investiranno aree intensamente abitate in maniera continua durante tutto l’anno.
·        Ripercussioni sulla salute dei residenti dei comuni vicini dovuta all’inquinamento atmosferico e di falda.
·        Rumori derivanti dal traffico e dai motori della cogenerazione.

 
Pericoli di Inquinamento

·        Durante il processo di produzione del Biogas si sviluppa acido solfidrico che oltre ad essere altamente corrosivo per gli impianti è altamente tossico per gli esseri viventi,  produce seri danni alla salute se la concentrazione nell’aria supera i 10 ppm
·        Vi sono pericoli di sversamenti accidentali del percolato nelle falde (questo mese in due impianti a Capralba e Caravaggio vi sono stati due sversamenti). 
·        L’utilizzo di fanghi derivanti dal processo di biodigestione della FORSU comporta un forte rischio di presenze di metalli pesanti.
·        Vi sarà il problema di smaltimento nei campi vicini del digestato che non viene riutilizzato nel circuito di lavorazione e il digestato sparso nei campi è un veicolo di propagazione batterica (salmonella, botulino) nella falda idrica, i cui livelli risultano essere molto prossimi alla superficie in certi periodi dell’anno. Si rammenta inoltre l’elevato rischio di esondazione del torrente Trobbia che potrebbe portare le contaminazioni anche a ridosso delle zone abitate.
·        Anche il compost derivante da processo anaerobico mantiene tutti gli inquinanti ceduti dal digestato (aggiunto durante il processo), ed usato come ammendante agricolo può provocare la contaminazione del terreno e quindi delle piante e degli ortaggi se preventivamente non viene pastorizzato.  
·        La decisione di trasformare il digestato in “Compost” mediante fermentazione aerobica finale è irragionevole sia da un punto di vista agronomico che della tutela della salute, ma risponde alla necessità dei progettisti e gestori di non portarsi dietro la zavorra di un residuo classificabile altrimenti come rifiuto speciale da smaltire.

 
Queste sono le perplessità che sarebbero dovute essere seriamente valutate da tutti gli amministratori e dai soggetti responsabili a tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini (sindaci) e delle attività agricole e di pregio.

Dopo che Città metropolitana ha dato l'autorizzazione all’impianto e il TAR ha rigettato il nostro Ricorso , non ci resta che ricorrere al Consiglio di Stato per bloccarlo, e per per tutelare un’area già fortemente provata.


Organizer and beneficiary

Egidio Bonora
Organizer
Metropolitan City of Milan
Teresa Gatto
Beneficiary

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