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Un'oasi di 630 ettari per animali rifugiati!

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Può un'emergenza dare vita a un'opportunità senza precedenti?

Partiamo dal problema: lo abbiamo detto fin da quando abbiamo deciso di imbarcarci nella missione che ci vede lottare ogni giorno per questo rifugio... dall'inizio sapevamo che per rimanere nel luogo dove sorge attualmente avremmo dovuto riscattare il terreno.
Le cose sono avanzate molto più velocemente del previsto e purtroppo intorno alla metà del 2024 la tenuta del rifugio verrà messa in vendita.
370 animali perderanno un luogo sicuro in cui vivere senza alcun altra destinazione che li possa accogliere.
Questa emergenza anticipata, unita ad altre enormi criticità che sono comparse negli ultimi mesi, ci ha fatto riflettere molto sul da farsi.
Questo posto, seppur sia la casa storica di tanti animali, ha una estensione di 30 ettari + altri 50 che però sono boschivi e distaccati dal corpo principale e di fatto inutilizzabili.
I 30 ettari recintati sono a prevalenza boschivi e quindi inadatti al pascolo di 80 bovini.
Sapete che fino a pochi mesi fa riuscivamo a lasciare, a periodi alterni, la mandria libera al di fuori del perimetro del rifugio sui pascoli e i prati con un raggio di 5km intorno al perimetro. Questo ci permetteva di attutire un po' i costi del fieno, e di farli vivere nel modo più "indipendente" e naturale possibile, che è sempre stata la nostra aspirazione più grande.
Da qualche mese a questa parte ciò non è più possibile, perché sopra il rifugio, nelle zone frequentate dalla mandria, ha aperto un allevamento recintato solo con un filo elettrico che le "nostre" mucche sfondano senza problemi. Dentro al branco dell'allevamento c'è un toro non castrato.
In più, lì vicino d'estate ci sono delle case turistiche di proprietà della stessa azienda che gestisce l'allevamento, e la mandria ha preso il vizio di girare in quelle zone, mettendoci in grave difficoltà per andarle a recuperare ogni volta.
Ancora, ogni anno temiamo sempre di più che qualche cacciatore - come già ci hanno minacciato di fare - spari intenzionalmente o anche per errore a qualche membro della mandria nel bosco, soprattutto durante i periodi di battuta al cinghiale, che col nuovo decreto saranno sempre meno regolamentati.
Questo ha delle conseguenze:
tenere 370 animali perennemente all'interno di 30 ettari in prevalenza boschivi, con pochissimo pascolo erboso, porterà in poco tempo questo posto a essere sempre più brullo e a non tamponare neanche minimamente i fabbisogni alimentari degli animali.
Già ora che metà della mandria è adolescente spendiamo 1300-1500 euro ogni 4 giorni di fieno. Quando diventeranno tutti adulti non poterli fare uscire significherebbe spendere 2000 euro di fieno ogni 4 giorni, una cifra impensabile, fondi buttati via che potrebbero essere usati per altre cose importanti.
Oltre al fieno per la mandria, c'è tutto il mangime e il fieno per il gregge che ci porta via più di 200 euro al giorno.
Da considerare poi che la staticità di dover mangiare davanti a una balla di fieno tutto il giorno invece di girare per pascoli porta alla lunga a problemi ai piedi, ai muscoli, sovrappeso, noia etc., oltre alla spesa aggiuntiva della rimozione del letame.

QUINDI?
Quindi abbiamo affrontato la possibilità di impegnarci per trasferire il rifugio in un'altra location, invece di provare a raccogliere una cifra spropositata per riacquistare un luogo ormai inadatto ad ospitarlo nel lungo termine.

Cerca, cerca, abbiamo trovato un luogo che potrebbe essere non solo un paradiso per i 370 animali rifugiati attualmente ospiti del rifugio, ma anche la sede del CRAS della Provincia di Arezzo attualmente gestito dalla dr.ssa Gessica Senzamici.

Abbiamo trovato un paradiso che potrebbe davvero fare la differenza per tanti animali non umani ed essere una base per importanti progetti di liberazione animale.

630 ettari.
Ai piedi del Monte Falterona, alla sorgente dell'Arno.
Foreste, pascoli enormi, corsi d'acqua attivi tutto l'anno, sorgenti, un lago.
Un'abitazione già presente con tanto posto anche per personale, volontari e collaboratori.
Stalle giganti e solide, box già presenti, molte agibili, altre da ristrutturare.
Tanti altri edifici dalle potenzialità enormi da ristrutturare con calma.

Il terreno su cui vogliamo dare un futuro al rifugio e al centro di recupero si trova a 15 minuti da Stia-Pratovecchio, inserito parzialmente all'interno del Parco Delle Foreste Casentinesi e adiacente ad esso per la restante parte.
Il terreno è attraversato dall'Arno appena uscito dalla sua sorgente e da diversi corsi d'acqua e sorgenti proprie che sono attivi anche in piena estate, e presenta un grande lago di 6.500m2.

All'interno del terreno sono presenti diverse strutture: una grande abitazione già ristrutturata per volontari e personale, 3 grandi stalle già agibili e altre 2 da ristrutturare integralmente, altri 3 edifici da ristrutturare e adibire a diverse funzioni da valutare.

Sono già presenti alcuni grandi e solidi recinti interni alla proprietà!

Il costo dell'acquisto del terreno è di circa 1.500.000 euro più imposte, in quanto il prezzo è già stato vantaggiosamente ribassato fino alla metà del costo iniziale, ma stiamo lavorando per trovare formule d’acquisto più agevoli che ci permetterebbero di rateizzare il pagamento!
Ecco perché intanto vogliamo raccogliere i primi 300.000 euro.
Abbiamo tempo fino a febbraio 2024 per raccogliere l’importo.

Il progetto che stiamo intavolando prevede più settori di interesse in un'ottica ambientalista e antispecista che abbia al centro la tutela degli animali non umani e la loro qualità di vita, oltre che alla progettazione di aree destinate all'accoglienza di animali provenienti da sequestri.

IL CRAS
Il primo settore è il CRAS che già opera dal 2021 sotto la direzione della dott.ssa in Medicina Veterinaria Gessica Senzamici, presidente de Le Impronte Del Bosco ODV, con l'autorizzazione e la convenzione della Regione Toscana per il recupero di selvatici in difficoltà nella provincia di Arezzo.
La dott.ssa Senzamici si occupa della riabilitazione e reintroduzione in natura di animali selvatici incidentati, feriti o malati.
La gestione del grande terreno conferirebbe al CRAS la possibilità non solo di ricoverare gli animali e riabilitarli in recinti adeguati e in condizioni di vita semi-libera in attesa del rilascio, ma anche di accogliere e far vivere nel modo più vicino possibile alla loro natura quei selvatici che non potranno mai ritornare in piena libertà per motivi di salute/disabilità/imprinting e che dovranno rimanere dipendenti dall'assistenza del personale del CRAS.
Nel terreno in questione è anche vietata la caccia, il che sarebbe un enorme valore aggiunto per la vita e il monitoraggio dei selvatici curati e reimmessi in natura.

IL RIFUGIO
Il secondo settore è il Rifugio antispecista Il Carro Di Buoi per animali cosiddetti "da reddito" di cui ci occupiamo io (Alessandra) e Luca, che già ospita nell'attuale terreno e nella piccola succursale separata 81 bovini, 230 tra capre e pecore, 10 maiali, 2 cavalli, 21 cani e 15 gatti, ed è di fatto il rifugio con più bovini non produttivi in Italia. Gli animali vivono nel modo più libero possibile, pur monitorati e messi in sicurezza, ma avrebbero bisogno di molto più spazio rispetto a quello attuale per poter davvero avere Ia vita indipendente che vorremmo potergli garantire.
I rifugi in Italia sono inoltre ormai al collasso numerico a fronte di un numero sempre maggiore di richieste di aiuto per collocare animali da parte di privati, ASL, istituzioni e associazioni: acquisire un terreno così esteso darebbe senza dubbio la possibilità di accogliere nuovi animali rifugiati in numero ben più consistente collaborando con altri rifugi e tamponando le spese di alimentazione grazie all'enorme quantità di vegetazione e pascolo disponibile sul territorio, garantendo spazio e vita nel verde.

ACCOGLIENZA ANIMALI SEQUESTRATI
In virtù dell'enorme estensione, della varietà della conformazione del terreno e della presenza di numerose strutture, il CRAS e il Rifugio insieme potrebbero essere una grande risorsa per quanto riguarda la collocazione di animali sequestrati in collaborazione con le istituzioni, gli enti e le associazioni nazionali e internazionali del settore: animali selvatici, da fattoria e nel futuro forse - con un'adeguata organizzazione logistica e burocratica in sinergia con altri enti - anche esotici con necessità di accoglienza a vita.

Pensiamo che la creazione di un progetto così d'impatto in un periodo storico così cruciale per la lotta per la salvaguardia della fauna e dell'ambiente sia un impegno da non perdere, tanto quanto la possibilità di costituirlo alle porte e dentro al Parco Delle Foreste Casentinesi in una zona con divieto di caccia, all'interno di un terreno che rischierebbe altrimenti di essere frazionato e trasformato di nuovo in un luogo di sfruttamento zootecnico, sottraendo un'enorme risorsa alle operazioni di tutela degli animali.

Noi vogliamo credere di non aver trovato questo terreno per caso!!!
Vogliamo trasformare la tragedia che stiamo affrontando con la perdita della casa storica di questi animali e trasformarlo in una rinascita più bella e più importante che apra le porte a collaborazioni e sinergie.
Dobbiamo farcela!

SE PARTECIPERAI ALLA RACCOLTA FONDI CON UN IMPORTO PARI O SUPERIORE 1000 EURO (PARI ALL’ACQUISTO DI 4000 MQ DI TERRENO) POTRAI PARTECIPARE IN MODO GRATUITO A TUTTI GLI EVENTI ORGANIZZATI NEL NUOVO RIFUGIO!

SE PARTECIPERAI ALLA RACCOLTA FONDI CON UN IMPORTO PARI O SUPERIORE A 10.000 EURO (PARI ALL’ACQUISTO DI 40.000 MQ DI TERRENO) POTRAI PARTECIPARE IN MODO GRATUITO A TUTTI GLI EVENTI E SOGGIORNARE UNA SETTIMANA ALL’ANNO PRESSO IL NUOVO RIFUGIO IMMERSO NELLA NATURA!

VUOI CONTRIBUIRE A QUESTO PROGETTO IN MODO PIÙ IMPORTANTE E VORRESTI PIÙ INFORMAZIONI PER VALUTARE OPZIONI DI ACQUISTO/INTESTAZIONE Di PARTICELLE/IPOTECA?
PUOI CONTATTARCI MANDANDOCI UNA MAIL O SU WHATSAPP AL 3286940797 (ALESSANDRA)

Prepareremo dei certificati di donazione per chi ci accompagnerà in questa impresa collettiva, e alla fine dell’anno tutte le donazioni potranno essere detratte/dedotte nel modulo 730 tramite ricevuta ufficiale che potremo fornirvi!

Organizzeremo varie iniziative per parlare di questa importantissima, anzi fondamentale, raccolta fondi.
Aiutateci anche voi a diffonderla!
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Organizer

Alessandra Migliorini
Organizer
Arezzo, Province of Arezzo

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