Uniti in ricordo di Jordan

Siamo gli amici e il papà di Jordan Tinti, ennesima vittima di un sistema giudiziario e carcerario profondamente ingiusto, che anziché rieducare chi ha sbagliato continua a rovinare e a spezzare giovani vite nonostante la Corte europea per i diritti dell'uomo abbia in diverse occasioni condannato l'Italia per la totale assenza di diligenza da parte delle autorità preposte alla cura e all'assistenza dei detenuti.

Jordan aveva avuto una vita difficile sin da bambino, che lo aveva reso fragile e problematico, si era reso sicuramente colpevole di gravi errori ma aveva soltanto bisogno di tanto aiuto e invece è stato usato come capro espiatorio di una crisi sociale della quale lui stesso era la prima vittima: cercava la notorietà nel modo sbagliato e per questo era stato condannato nell'agosto del 2022, a seguito di un triste episodio ben noto alla cronaca.

Dopo aver subito abusi di ogni genere in carcere e aver tentato due volte il suicidio era riuscito finalmente ad ottenere l'affidamento terapeutico in una comunità di recupero, che però è stato repentinamente sospeso a causa del ritrovamento di un cellulare e di un pacchetto di sigarette.

Per quanto sembri incredibile, Jordan è stato rispedito proprio nello stesso carcere dove aveva subito i maltrattamenti e pochi giorni dopo è stato trovato morto in cella.

Ha ricevuto un trattamento disumano sin dal principio e sia che si sia tolto la vita o che l'abbia fatto qualcun altro al suo posto questa è una tragedia che non può passare inosservata né può essere giustificata in alcun modo.

Il nostro obiettivo è avere giustizia, arrivare, in sede processuale, ad accertare la verità su quanto accaduto e soprattutto le responsabilità del caso, dal momento che tutti sapevano che Jordan era malato, che aveva subito gravi abusi e che aveva provato a togliersi la vita.

Il carcere non può e non deve essere una condanna a morte in un paese civile.

Con questa raccolta vogliamo fare tutto ciò che è necessario e possibile per fare sì che la sua morte non sia stata inutile ma che risvegli le coscienze e che possa essere l'ultima. Vogliamo aiutare la famiglia di Jordan a sostenere le future spese legali, funerarie e commemorative perché intendiamo mantenere in vita il ricordo del nostro amico, attraverso eventi, progetti musicali e iniziative costruttive che possano fornire ai giovani spazi di libertà, di aggregazione e di espressione più veri e ampi dei social network e soprattutto più colorati e luminosi del buio e della solitudine della depressione e della tossicodipendenza.

Grazie infinite a chi capirà e vorrà sostenerci; seguiranno aggiornamenti costanti e specifici sulla destinazione del ricavato, che ci piacerebbe usare anche per supportare associazioni impegnate nella battaglia per i diritti dei detenuti.