Sostieni lo Yoga al Carcere di S. Vittore!

Ciao!

mi chiamo Claudia e sono una docente dello IED di Milano e un’insegnante di Yoga Terapeutico per il Trauma. Puoi leggere la mia bio QUI.

Abito a Milano in un quartiere che amo molto, un quartiere dove sono felice di vivere. Amo la mia casa e amo questa Zona, ma c’è un però. Qui vicino c’è un luogo che penso che le persone non vedano nemmeno: il Carcere Circondariale di San Vittore.

Da anni non solo studio lo yoga classico indiano e la sua profonda cultura e spiritualità sotto la guida del mio maestro Yogrishi Vishvketu, ma negli ultimi anni mi sono occupata di capire come questa disciplina sia anche uno strumento molto efficace per regolare il nostro sistema nervoso.

Chi ha vissuto o continua a vivere esperienze traumatiche e traumatizzanti come abusi sessuali, psicologici, infantili, povertà estrema, dipendenze, violenze domestiche, migrazioni o guerre spesso vive intrappolato in un circuito di reazione. È incapace cioè di uscire da solo dal circolo vizioso di reazioni – spesso estreme – che il suo sistema nervoso ha attivato per difendersi e sopravvivere alle avversità.

Lo Yoga è una disciplina che ha un effetto molto positivo sulla capacità di aumentare la finestra di tolleranza del proprio sistema nervoso e numerosi studi clinici ne dimostrano l’efficacia per il recupero post traumatico. In questo senso è quindi un vero percorso verso il potere personale e, se offerto al più ampio numero di persone possibile, ha la forza di creare un impatto positivo sulla società in genere.

Milano è la città in Italia con più centri Yoga e più praticanti in Italia: come tutte le grandi città nel mondo questa è una disciplina di benessere perfetta per scappare per una manciata di minuti dalle pareti asfissianti dei palazzi. É una pratica di liberazione e di trasformazione.

Ma ci sono ancora purtroppo tante persone a cui questa pratica di non è accessibile. Ci sono tante persone che lo Yoga a Milano dimentica. Lo yoga -tra le altre cose- significa unione. Ma qui in occidente purtroppo è ancora troppo spesso sinonimo di disparità, divide tra chi può accedervi e chi no, come tante pratiche di benessere olistiche.

Ecco perché con l’associazione di cui sono presidente, Shreem ETS, vogliamo nel nostro piccolo fare qualcosa per le persone che -loro malgrado- anche solo per pochi mesi vivono in questo quartiere e sono completamente invisibili.

Sto già offrendo su base completamente volontaria questa attività presso il carcere, ma continuare sarà molto difficile se non posso contare su un sostegno istituzionale o privato. É un’attività di recupero nella quale credo molto così come ci credono anche le persone che operano all’interno della struttura.

La mia associazione infatti ha come scopo quello di portare lo Yoga a più persone possibile, perché crediamo che il beneficio sia veramente efficace solo se condiviso. Vogliamo poter offrire questo strumento di benessere e di cura del sistema nervoso a chi può davvero sfruttarne i poteri trasformativi.

Per poterlo fare quindi abbiamo bisogno di risorse concrete, possibilmente anche pubbliche, e per poterle richiedere ci sono spese amministrative e legali che al momento l’associazione non può sostenere ed è questo il motivo di questa campagna.

Grazie fin d’ora quindi per qualsiasi contributo, anche minimo, che potrai dare per offrire l’opportunità ad ancora più persone di accedere al potere trasformativo dello Yoga.

A questo proposito, ringrazio ReYoga che con grande sensibilità ed attenzione ha donato i tappetini da poter utilizzare in questa attività. Questo è il tipo di aiuto concreto che può fare la differenza.