Main fundraiser photo

Paolo non ce l'ha fatta, abbiamo bisogno di aiuto

Donation protected
(scroll for english version)

Eccomi qui a raccontarvi di Paolo e di noi con umiltà e sincerità

Mi chiamo Roberta e Paolo era il mio compagno, vivevamo insieme serenamente insieme a mia figlia e suo figlio, avuti da precedenti relazioni, e ai nostri buffi gatti.
La nostra era una vita normale, come quella di tanti altri: un appartamento in affitto con un terrazzo dove lui coltivava con passione erbe aromatiche.
Entrambi avevamo un lavoro, infermieri in due diverse strutture.
Non ci vedevamo molto perché io facevo i turni ed era difficile che capitassero giorni di riposo contemporaneamente, ma ci bastava, eravamo sereni e appagati dall'amore che ci univa.


Paolo all'età di un anno è stato colpito da Artrite Reumatoide Giovanile Poliarticolare che gli ha provocato, per tutta la vita, forti dolori alle articolazioni e un grave glaucoma, con progressiva perdita della vista.
Si è sottoposto a innumerevoli terapie e interventi chirurgici, traendo a volte piccoli benefici e altre volte nessuno.
Ma paolo è sempre stato testardo e tenace.
Nonostante il dolore continuo si alzava all'alba tutte le mattine e andava a lavorare, lui amava profondamente essere infermiere perché la malattia e i lunghi ricoveri gli avevano insegnato il valore di "cura" e di "prendersi cura".
Però, giorno dopo giorno, la patologia ha eroso la sua capacità fisica di lavorare in corsia ed è stato trasferito in altro servizio.
Ha sofferto il distacco dai suoi pazienti, la perdita del contatto umano diretto, l'accudimento verso i più fragili, ma ha affrontato comunque il nuovo percorso lavorativo con entusiasmo.
Ed era bravo, molto bravo.

Aveva delle passioni Paolo: la fotografia, il disegno, i fumetti, il bricolage, i vecchi film e Capitan America.
Fotografava panorami, persone, oggetti; disegnava vignette e storie, a volte buffe e altre volte molto tristi; leggeva i suoi amati fumetti con due paia di occhiali, creava oggetti in legno, polistirolo, resina, pelle e cuoio e collezionava tutto ciò che rappresenta Capitan America e il mondo Marvel.
Nonostante la vista continuasse a calare progressivamente e le mani, a causa del gonfiore e del dolore, non rispondessero più molto bene, lui continuava ostinatamente a fotografare, disegnare, leggere e dipingere le miniature dei suoi Supereroi.
E, sebbene fortemente ipovedente e con le mani doloranti, tutto questo gli riusciva bene e lo appagava rendendolo un uomo sereno.

Nonostante negli ultimi due anni si muovesse solo con le stampelle, continua a lavorare e a seguire le sue passioni.
Si prendeva cura di noi, sostenendoci nelle nostre ambizioni, consolandoci nei momenti bui, divertendoci col suo umorismo e la sua ironia; sempre, ogni giorno che la vita ci ha regalato insieme a lui.
Era un uomo buono e giusto, che conosceva e applicava i valori della solidarietà, intransigente con se stesso e con una rettitudine etica rara.

Siamo sempre stati orgogliosi di lui, della sua tenacia nell'affrontare le limitazioni che la malattia gli imponeva, del suo essere sempre propositivo verso il futuro, del suo cercare - e trovare sempre - soluzioni che non lo facessero essere e sentire un peso per noi .

A questo punto del racconto chi non ci conosce si domanderà se lo ha portato via una complicanza dell'artrite reumatoide o
No.

In un pomeriggio di inizio agosto 2020, Paolo lamenta dolori ad un ginocchio e un po 'di febbre.
Pensiamo a un solito attacco di artrite ma, nonostante i farmaci, la situazione non migliora.
Alla sera la temperatura schizza a quasi 40 ° e i dolori sono lancinanti, quindi lo portiamo al Pronto Soccorso.
Nonostante la situazione è vigile, orientato e lucidissimo: racconta la sua anamnesi al medico con precisione e puntualità.
E' da poco passata la mezzanotte quando entra in sala visita su una sedia a rotelle, spinta da un suo collega e amico, salutando me e i figli con un sorriso tirato.
All'una e trenta mi informano che la situazione è precipitata e sta per essere portato, intubato, in Rianimazione in imminente pericolo di vita.
E 'uno shock settico, praticamente un batterio che gli ha invaso tutto il corpo attraverso il sangue e ha colpito tutti gli organi, forse anche il cervello ha sofferto.


Riescono, miracolosamente, a tenerlo vivo, lo imbottiscono di farmaci, lo sottopongono a dialisi continua, è attaccato al respiratore ed è in coma farmacologico.
Dopo quasi 30 giorni riescono a stabilizzarlo per poter operare il ginocchio e rimuovere il principale focolaio di infezione, paventano l'amputazione che poi, però, non sarà necessaria.
Io continuo a lavorare mentre sono disperata, annichilita, totalmente terrorizzata all'idea di perderlo, sono infermiera, so bene quanto siano poche le possibilità che ne esca vivo.
Non può finire così: lui è l'amore immenso della mia vita, l'uomo con cui voglio invecchiare e ridere, sognare, progettare, litigare, incazzarmi, perdonarci, sceglierci ogni giorno perché il nostro amore è indistruttibile.

Passano altri 30 giorni e sembra migliorare: riesco a vederlo nonostante le stringenti regole anti Covid: è sveglio, ha la tracheotomia ma può parlare con la valvola fonatoria, è attaccato alla dialisi, ha il sondino naso gastrico e cinque pompe a infusione con farmaci vari .
E 'diventato quasi completamente cieco e sordo per via dei farmaci, ha altre infezioni che si sono sovrapposte a quella iniziale, i polmoni sono in una situazione molto critica, i reni non rispondono, il fegato comincia a cedere, è gonfio di liquidi (+ 20 Kg) e non si muove dalle spalle in giù.
Però è vigile e sorprendentemente lucido.
Stenta a riconoscermi dietro la bardatura che sono costretta a indossare ma, non so come, ce la fa.
La sua tenacia ha vinto ancora una volta.
Mi parla e mi dice che mi sposerà presto, tira fuori un paio di battute umoristiche comuni nella nostra vita citando "Fuochi d'artificio" di Pieraccioni.
Fa ironia sul fatto che gli fanno un sacco di accertamenti anche molto invasivi e lo chiama "il mio medagliere che manco alle Olimpiadi mi battono". 
Resiste così quindici giorni e poi ricomincia il declino.
Arrivano due arresti cardiorespiratori, due emorragie polmonari, i reni hanno definitivamente ceduto e anche il fegato non ce la fa più.
Il sistema cardiocircolatorio non ce la fa, l'elettroencefalogramma è quasi piatto e così lunedì 23 novembre 2020 alle 16.25, dopo quasi 140 giorni di Rianimazione, Paolo muore.
Il mio guerriero testardo e ostinato non è riuscito a vincere questa sua ultima enorme battaglia, oramai era stanco e il suo fisico non poteva più combattere. 
Sono sola con i figli, agghiacciata da quello che è diventato ora la nostra vita, senza il nostro punto di riferimento che era Paolo.

La mia vita da sei mesi è diventata un incubo: dormo pochissimo e continuo ad alzarmi all'alba per lavorare ma, per quanto io lavori, il mio stipendio non basta a coprire le spese.
Sto attingendo ai risparmi, ma stanno finendo.
I figli, che avevano lavori precari, sono attualmente disoccupati per via della crisi economica che ha colpito un po 'tutti durante questa pandemia.
Fanno volontariato e si occupano delle faccende di casa, cercando di sollevarmi dalle incombenze come possono,  perché mi vedono avvilita e stanca, profondamente stanca.

So che questo periodo tremendo passerà, perché mi sostiene comunque l'amore eterno e indistruttibile che io e Paolo ci siamo donati e il costante e prezioso supporto dei figli che mi vedono annaspare alla ricerca di soluzioni.

Vi ho raccontato tutto di noi, col cuore in mano e un profondo senso di malessere misto a vergogna, perché mai nella vita avrei pensato di dover chiedere aiuto in questo modo.

Se vorrete aiutarci, e siamo ben consapevoli che è un momento difficile per tutti, ve ne saremo grati.
Ogni cosa, anche piccola, è utile: la condivisione di questo appello, la traduzione dello stesso, l'offerta di un lavoro, purché serio e dignitoso, per i figli.
Ma anche il denaro è, purtroppo, necessario: devo ancora pagare il funerale, sono in ritardo con l'affitto e le bollette incombono.

So che ne usciremo e Paolo sarà orgoglioso di noi come noi lo siamo sempre stati di lui.
E se potesse parlarvi vi ringrazierebbe ad uno ad uno anche solo perché avete letto fino qui.

Grazie di avermi prestato attenzione, spendendo un po 'del vostro tempo che, ora come non mai, è prezioso per tutti.
Siete una luce nel buio.
Vi abbraccio.
Roberta

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

English version

Fund raising for Paolo and Roberta.




Hello, here I am to tell you about Paolo and ourselves in truth and humility.


My name is Roberta and Paolo my life mate; we were peacefully sharing ur life together with my doughter and his son from previous relationship taking care of each other and of our funny cats.


We were living a normal life like everybody else in a rented apartment with a great terrace where he was breeding his passion for aromatic plants.


We both were working as nurses in different sanitary structures.


We could'nt see each other much due to our working activity. Free time rarely coincide, so we did'nt spend much time together but, for us, it was enough and we cherished the love we were sharing.


Since Paolo was one year old, he was affected by Juvenile Reumathoid Arthritis giving him severe articular pain and a glaucoma inducing a progressive loss of sight.


He underwent a number of therapies and surgical operations with little if nul effect.


Paolo has always been stubborn and tenacious! In spite of continuous pain, he got up every morning at dawn and went to work. He deeply loved to be a nurse because his "calvary" tought him the meaning of the words "to cure" and " taking care".


Sadly, with the passing of time, his pathologies eroded his working capacity and he had to be transfered to a different service.


He suffered this change because he was missing the direct connection with his patients. Nontheless, he enthusistically engaged himself in the new job. He was good! He was very good.


Paolo had many interests: photography, drawing, comics, bricolage, old movies and Captai America.


He was taking pictures of landscapes, people, things, objects; he was drawing stripes and stories, sometimes funny, sometimes very sad.


He was reading his beloved comics with two sets of reading glasses. He created various objects in wood, polystyrene, resin or leather. He was a compulsive collector of anything representing his Captain America and the Marvel World.


In spite of his progressive loss of sight and increasing difficulty in using his hands due to swelling and pain, he did'nt give up taking pictures or drawing, reading and painting his miniature Super-heros. He was good in doing all this, he was satisfied and content.


He was taking care of us, supporting our dreams and ambitions, comforting us in our dark moments.


He made us smiling with his hirony and his sense of humour in every day of our common life.


He was a fine and righteous man knowing the meaning of solidarity supported by a rare ethical sense.


We've been always proud of him and of his strength in fighting the limits imposed by his diseases.


Unfortunately, at the beginning of august, Paolo was hospitalized due to a knee infection which revealed itself very malignant and lethal.


After strenously fighting for 140 days, Paolo passed away.


Now I'm alone with our kids and my life has become a nightmare.


Getting on is now very hard. Funeral costs, bills, payments due; money is never enough. The kids are unemployed and starve to help and survive.


I told you all that with shame and embarassment because I never thought to come to this point in my life nor to need to reach out for help this way.


I humbly ask you for Paolo and my family if you can offer an helping hand.


Roberta


 
Donate

Donations 

  • Elena Giuliani
    • €50 
    • 3 yrs
Donate

Organizer

Roberta Cileni
Organizer
Genoa, Metropolitan City of Genoa

Your easy, powerful, and trusted home for help

  • Easy

    Donate quickly and easily.

  • Powerful

    Send help right to the people and causes you care about.

  • Trusted

    Your donation is protected by the  GoFundMe Giving Guarantee.