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La "Passione secondo Matteo" di F. Corteccia

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Il 2020 è stato un anno difficile, segnato dalla pandemia Covid-19, dalla chiusura dei Teatri e da tante difficoltà per il settore dello spettacolo dal vivo.

Nonostante questo, vogliamo inaugurare il 2021 realizzando la prima registrazione al mondo della Passione Secondo Matteo di Francesco Corteccia.

Ci piace infatti dare avvio a questo 2021 con una sfida, un nuovo progetto che possa convivere con le difficoltà di questi tempi.

Se non possiamo portare la musica nelle sale da concerto, cercheremo di portarla ad ognuno di voi attraverso uno degli strumenti che meglio a questo scopo si addice: la registrazione.
 
Il brano che registreremo è la “Passione secondo Matteo” di Francesco Corteccia, che abbiamo eseguito in concerto nel 2019.

E’ il primo esempio nella storia di passione polifonica, elaborata in un linguaggio musicale tuttavia facilmente intellegibile, probabilmente con inserti parlati in volgare e una valenza politica nella quale i fedeli dell’epoca, come spiegheremo più avanti, potevano facilmente identificarsi.

L’idea di un messaggio che attraverso la musica unisce, parla a tutti e aiuta a trovare la forza per superare un momento storico di difficoltà ci è sembrata più che mai attuale.

Per realizzare questo progetto, per sostenere i costi ingenti di produzione, registrazione e stampa, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi. Per questo abbiamo deciso di ricorrere allo strumento del crowdfunding. Ogni donazione sarà preziosa per permettere alla nostra idea di diventare realtà.

L’Homme Armé potrà finalmente tornare a cantare insieme, e se per adesso non può essere per un pubblico presente in sala, sarà per il pubblico che ci segue e ci sostiene a distanza, e che raggiungeremo attraverso questo CD.

L’organico dell’Homme Armé sarà formato da Gabriele Lombardi, Riccardo Pisani, Andrès Montilla-Acurero, Paolo Fanciullacci, con la partecipazione di Niccolò Landi, Luca Mantovani, Neri Landi, Francesco Tribioli, Tommaso Barni, Andrea Berni.
L’ Ensemble sarà diretto da Fabio Lombardo. Alla voce recitate, l’attore Pietro Bartolini.

Con ogni donazione superiore ai 30€ riceverete una copia del CD omaggio.



PERCHE' LA PASSIONE DI CORTECCIA ?

L’idea dietro a questa registrazione nasce dalla riesumazione dal manoscritto (nell’Archivio di S.Maria del Fiore) della Passione secondo Matteo, il primo esempio di passione polifonica ad opera del musicista fiorentino Francesco Corteccia, che diverrà il musico prediletto del Duca (e poi Granduca) Cosimo de’ Medici. Il racconto della Passione di Cristo è uno dei momenti culminanti della liturgia pasquale, che tra la domenica delle Palme e il venerdì santo viene presentato nelle varie versioni riportate dai quattro evangelisti. Questa narrazione, che nella liturgia tradizionale veniva fatta per mezzo dell’antica salmodia, appare per la prima volta nell’esempio di Corteccia in versione polifonica, nel nuovo stile musicale che si sta sviluppando a Firenze proprio in quegli anni. Questo stile, semplice e intenso, tenta di rendere più drammatica la narrazione evangelica, che, seppur parte del rito liturgico, costitutiva uno dei momenti più seguiti anche dal popolo fiorentino.

Le due Passione di Corteccia, quella secondo Giovanni (1527) e quella secondo Matteo (1532), prendono vita in un momento particolarmente travagliato della vita cittadina: la cacciata dei Medici, la terza Repubblica, la peste, l’assedio delle truppe imperiali, la capitolazione per tradimento, il salvataggio dal sacco ad opera di Clemente VII, e il ritorno definitivo dei Medici con l’incarico di primo duca ad Alessandro il Moro. Senza dimenticare una nuova ondata di spirito savonaroliano.

Se lo stile polifonico può essere visto come un retaggio della ricca tradizione musicale fiorentina, quindi uno stile essenzialmente d’elite, il particolare stile che usa Corteccia in queste Passioni ha una peculiare semplicità che lo rende uno strumento efficace per l’enunciazione di testo. Tanto più se si considera che, secondo un’ipotesi musicologica, le parti non polifoniche dell’evangelista erano probabilmente lette ad alta voce e in lingua volgare. Tutto questo rendeva la narrazione evangelica particolarmente immediata e comprensibile anche agli ascoltatori meno acculturati. Se poi consideriamo che la versione di Matteo è delle quattro la versione più politica, possiamo immaginare come questa narrazione potesse impressionare il popolo, che proprio in quegli anni viveva una sua forma di calvario dovuta ai vari travagli politici.


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