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Dopo l'emergenza terremoto in Albania

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Il 26 novembre 2019 alle ore 3:54 la terra ha sussultato sotto l'Albania. Un violento terremoto (6.5 magnitudo Richter) che ha causato 51 vittime, più di 2.000 feriti, nonché alcune migliaia di strutture e infrastrutture danneggiate o distrutte. L'epicentro è stato 20 km in profondità a circa 12 km ad ovest di Mamurras, piccola località a nord della capitale Tirana che - come altre limitrofe - è stata fortemente colpita. (foto ANSA) La gestione della fase di emergenza ha consentito di affrontare gli effetti contingenti del sisma, limitando per quanto possibile i danni a cose e persone. Ad oggi molte donne, molti uomini e molti bambini, che hanno perso cari, abitazioni e averi, vivono ancora sfollati in campi tendati o alberghi, oppure ospiti di parenti o amici, in situazione di grave difficoltà dettata anche dall'incertezza sul proprio futuro. La fase post emergenza è iniziata e a molte persone porterà disagio, precarietà e fragilità per settimane, mesi, anni. Per alcuni l'intera vita che hanno davanti. Sono in partenza per una piccola spedizione alpinistica sulle vette Dinariche, in alcune zone remote al confine tra Albania, Kosovo e Montenegro. Arrivo a Durazzo in traghetto il 27 dicembre mattina alle 9:00 e, sbrigate le formalità doganali,  attraverso le zone più colpite dal terremoto per raggiungere la mia destinazione finale. Lungo il tragitto mi fermo nel piccolo centro di Mamurras, dove poco è rimasto e alcuni resistono in situazioni ancora molto precarie. Nella mattinata osserverò i danni del sisma, nelle macerie lungo le strade e nelle parole delle persone, per toccare con i sensi e l'animo la profondità delle ferite. Quindi acquisterò in loco quanto necessario per portare un po' di ristoro a quanti avrò incontrato: medicinali, vestiti, utensili, cibo, giocattoli. Prodotti albanesi con etichette in lingua locale, familiari alle persone del posto, per rendere meno aliena la mano tesa e sostenere un po' la ripartenza dell'economia locale. Li lascerò entro sera a chi avrò saputo riconoscere come più bisognoso, ma anche ai più forti nella speranza che - aiutandoli - possano avere più energia per poi supportare i meno fortunati. Tutto qui. Nessuna cooperazione governativa o non governativa, non perché non siano importanti, ma solo perché non sono le uniche possibili. La motivazione è la solidarietà tra uomini, quella che ognuno di noi metterebbe in campo se si trovasse in una situazione di emergenza. Una mano tesa che, ad un mese esatto dal sisma, il caso mi concede di poter stringere a qualcuno che ne ha bisogno. E di farlo anche per conto di amici, colleghi e conoscenti che desiderano essere utili a distanza. Una storia semplice, direbbe Sciascia, ma che offre un senso al nostro convivere su questo pianeta. Il sostegno a questa iniziativa è libero, ognuno secondo le proprie possibilità. L'importo che avremo raccolto sarà il piccolo sollievo che riusciremo insieme a lasciare alla gente di Mamurras nella forma di beni di necessità. E che condividerò con immagini e parole sulla mia pagina facebook.com/g.gusma  Questa campagna si conclude il 27 dicembre 2019 alle ore 12.00. Grazie a quanti vorranno salire a bordo di questa piccola esperienza di fratellanza.

Organizer

Giancarlo Gusmaroli
Organizer
Venice, Veneto

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